Il Nobel per la Pace ai giornalisti Maria Ressa e Dmitry Muratov
“Paladini della libertà di espressione”
Il Comitato norvegese per il Nobel ha deciso di assegnare il Premio per la Pace 2021 a Maria Ressa e Dmitry Muratov per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è precondizione per la democrazia e per una pace duratura. Ressa, co-fondatrice di Rappler, sito di giornalismo investigativo, «usa la libertà di espressione per esporre l'abuso di potere, l'uso della violenza e il crescente autoritarismo» nelle Filippine. È stata perseguita e arrestata per le sue inchieste che spesso hanno colpito il Presidente Rodrigo Duterte. Inoltre, nel 2018 è stata nominata Persona dell'anno dalla rivista Time. Muratov, è stato invece uno dei fondatori del quotidiano indipendente Novaja Gazeta. Dal 1995 è stato caporedattore del giornale, per un totale di 24 anni. Sei dei suoi giornalisti sono stati uccisi, ma Muratov si è sempre rifiutato di abbandonare la sua linea indipendente e «ha difeso il diritto dei giornalisti di scrivere in libertà». Il quotidiano conta fra i suoi editori anche Mikhail Gorbaciov, che aveva devoluto parte del suo Premio Nobel per la pace del 1990 per finanziarne la nascita. «Questo premio ci dà la forza per continuare la lotta per la verità». A dirlo è Maria Ressa che ha commentato così la sua vittoria: «Il governo non sarà contento, ma la nostra è una battaglia per la verità. E la verità non esiste senza i giornalisti. La libertà di espressione e di stampa, ha aggiunto, riguarda non solo il futuro delle Filippine, ma le democrazie in tutto il mondo». Tra le prime reazioni c’è stata anche quella del Cremlino che si è congratulato con Dmitry Muratov, lodandone il «coraggio e il talento». Muratov invece ha dedicato il Nobel ai suoi giornalisti uccisi in questi anni. Il direttore del periodico ha sottolineando di aver ottenuto il riconoscimento non per merito suo, ma dei colleghi morti per la libertà di stampa.
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