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"Sulla raccolta tartufi problematiche irrisolte da anni, la Regione faccia chiarezza"

La posizione di Marco Casucci della Lega, vicepresidente del consiglio regionale toscano

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“La raccolta dei tartufi: un’attività da tutelare. Lo scriveva nel 2009 la Regione Toscana in una guida alle procedure e ai servizi, lo ribadiamo noi oggi, alla luce di alcune problematiche che vanno nella direzione opposta all’impegno della Regione. La raccolta dei tartufi va tutelata, ma seriamente, e non solo a parole come sta accadendo in Toscana. Con questo obiettivo la Lega ha presentato un’interrogazione con cui chiede alla Giunta regionale di fare chiarezza su alcune questioni che stanno creando problemi ai raccoglitori autorizzati e all’attività stessa. Due anni fa sollevammo le stesse problematiche, ma nel frattempo niente purtroppo è cambiato”. 

Così il consigliere regionale della Lega Marco Casucci, firmatario di un’articolata interrogazione sull’attività di raccolta dei tartufi e sugli interventi realizzati dalla Regione .

“Il tartufo è un bene alimentare di elevato valore economico a formazione spontanea e rappresenta uno dei prodotti di eccellenza della nostra regione, che vanta numerose zone tartufigene di cui tre in provincia di Arezzo: dal Casentino con il tartufo bianco, nero e lo scorzone, alla Val Tiberina con il suo Bianco alla Val di Chiana con lo Scorzone. Prodotti che vanno tutelati e valorizzati. Proprio per questo venti anni fa – ricorda Casucci - la Regione introdusse un vincolo all’utilizzo delle somme versate annualmente dai tartufai per la raccolta, prevedendo fossero utilizzati per realizzare interventi a favore del settore della tartuficoltura. Ma qualcosa non quadra, perché gli interventi non risulterebbero essere in linea con gli introiti versati dai cercatori abilitati. Senza contare chi svolge questa attività senza abilitazione e raccogliendo tartufi anche dove non è consentito”, incalza il consigliere leghista, prima di illustrare i quesiti contenuti nell’interrogazione.

“La Giunta chiarisca quindi sul numero delle abilitazioni concesse e sull’utilizzo delle somme versate dai tartufai, quali sono stati gli interventi di tutela e valorizzazione e di contrasto alle attività non autorizzate e quando saranno realizzate le mappature delle tartufaie controllate e delle aree tartufigene per definire le percentuali da destinare alla libera ‘cerca’. Sino ad allora l’impegno contenuto nella guida del 2009 è da considerarsi non rispettato”, conclude Casucci.

Redazione
© Riproduzione riservata
16/06/2021 11:38:01


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