Il Moto Guzzi Galletto
Il nome della moto-scooter deriva dal logo che si decise di disegnare sullo scudo anteriore
Moto Guzzi Galletto, un nome che alla vecchia generazione avrebbe suscitato nella memoria di molti il ricordo non di una semplice moto, bensì di un’innovazione rivoluzionaria nel campo delle due ruote.
Il Galletto nacque da un’idea del fondatore della casa motociclistica, Carlo Guzzi. Guzzi già verso la fine della seconda guerra mondiale, volle creare un mezzo ibrido che combinasse le migliori caratteristiche di una moto con quelle di uno scooter, cercando quindi di eliminare gli inconvenienti di entrambi. La motocicletta presenta infatti ottime caratteristiche sia ciclistiche che motoristiche tipiche di una moto, unite alla facilità d’uso e all’ottima protezione fornita al guidatore tipiche di uno scooter. Vi era inoltre la possibilità di aggiungere (optional) una ruota di scorta montata davanti allo scudo anteriore per cambiare lo pneumatico in caso di foratura, molto frequente in quegli anni in cui le strade non erano ancora tutte ben asfaltate.
La Moto Guzzi Galletto portava con sé molte rivoluzioni tecniche: il motore compatto era collocato in basso al centro, la sospensione posteriore aveva un mono-braccio tubolare che portava un mozzo eccentrico che semplificava moltissimo lo smontaggio della ruota e la tensione della catena.
Il prototipo fu presentato per la prima volta al pubblico al salone di Ginevra del 1950, riscontrando subito grande successo grazie all’innovativa idea di mezzo ibrido che avrebbe rivoluzionato il concetto di mobilità su due ruote.
Il nome della moto-scooter deriva dal logo che si decise di disegnare sullo scudo anteriore nella parte in alto a destra, un gallo colorato. La scelta del logo fu lunga e travagliata, si passo da dei bozzetti in bianco e nero con solo la testa del gallo fino ad arrivare alla versione definitiva come lo conosciamo oggi, un gallo intero tutto colorato.
Per il galletto furono create anche delle fusioni in bronzo rappresentanti proprio un gallo, queste venivano offerte come extra dai concessionari per i clienti più importanti.
La scelta del colore da adottare non fu difficile. Il patron della casa di Mandello infatti, appena tornato da un safari in Africa, decise di utilizzare una bellissima vernice di colore beige sabbia, tinta che ricordava al progettista i colori africani di cui era un grande appassionato.
Il Galletto entrò in produzione nei primi mesi del 1950, ma nel corso del tempo si è sviluppato in diverse versioni e cubature motoristiche.
Il “Galletto 160” commercializzato per la prima volta nei primi mesi del 1950 venne declinato in quattro tipi, avente ognuno evoluzioni tecniche del modello precedente.
Il “Galletto 175”, evoluzione del modello 160 quarto tipo che porta con sé tutte le relative migliorie tecniche, venne prodotto a partire dal 1952 e ne furono venduti 8660 esemplari.
Infine il “Galletto 192”, 192 deriva dai centimetri cubici del motore che diventa più grande e potente e guadagna una quarta marcia rispetto al modello precedente.
Quest’ultima versione viene commercializzata agli inizi del 1954, quindi quattro anni dopo il lancio ufficiale del primo prototipo.
In totale furono costruiti 71.060 esemplari del “Galletto” tra il 1950 e il 1966.
Ho avuto la possibilità di provare un Galletto 192 ultima serie, ovviamente non avrebbe alcun senso paragonare ciclistica e prestazioni a modelli recenti della stessa categoria “moto-scooter”. Posso però descrivere le diverse sensazioni che si hanno nel guidare una moto d’epoca come questa rispetto ai modelli più recenti.
La prima cosa a cui ci si deve abituare salendo in sella è la posizione del cambio, la pedaliera si trova infatti a destra a differenza di tutte le altre moto e la leva ha la forma di un bilanciere, creando un ulteriore elemento di difficoltà poiché l’inserimento delle marce è invertito rispetto ai modelli attuali, si dovrà quindi salire di marcia col tacco e scalare con la punta.
Altra caratteristica che non ci si aspetta su un mezzo che ha più di mezzo secolo è il comfort alla guida, comfort addirittura superiore alle moto moderne grazie ad un sedile comodissimo tutto rivestito in pelle e una posizione del manubrio che lascia braccia e polsi rilassati; ottima è anche la protezione dal vento sulle gambe grazie al grande scudo anteriore.
Quello che riamane ad oggi del Galletto nella storia motociclistica è sicuramente l’idea di Carlo Guzzi di creare un mezzo rivoluzionario non ancora presente nel mercato motociclistico del dopoguerra.
Carlo Guzzi si può quindi definire senza dubbio l’inventore del segmento ibrido “moto-scooter”, che oggi a distanza di 70 anni è una parte di mercato ancora molto presente ed in grande espansione
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