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Choc ad Hong Kong per la violenza della polizia: arrestata una ragazzina di 12 anni

Le forze dell’ordine sposano la linea dura: almeno 300 gli arresti

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Un video choc sta circolando su tutti i media internazionali e sta imbarazzando la polizia cinese. Sono immagini durissime e si vedono gli agenti che inseguono, buttano a terra e arrestano una ragazzina di 12 anni che ad un certo punto sfugge al blocco. Hong Kong si risveglia e torna a protestare, ma questa volta con tecniche che si adattano alla repressione sempre più soffocante della polizia protetta dalla Legge di Sicurezza voluta da Pechino. Ieri, infatti, sono state arrestate 300 persone, tra le quali alcune voci note della resistenza anti-cinese. Ed è stato diffuso un video nel quale si vede la polizia che insegue e In mattinata, i primi assembramenti di manifestanti sono iniziati presto dalle parti di Yau Mai Tei e poi a Mong Kok, ma poi diversi militanti sono apparsi in molti centri della penisola di Kowloon.

Fin dalle prime ore sono spuntati cartelli contro la decisione della Chief Executive del governo della Perla d’Oriente, Carrie Lam, che ha rimandato a settembre del 2021 le elezioni di una parte dell’Assemblea parlamentare, che si sarebbero dovute tenere ieri. La motivazione ufficiale è la pandemia, nonostante Hong Kong abbia registrato solo 4800 casi da gennaio, un numero piuttosto contenuto se si considera la densità demografica della metropoli più ricca dell’Asia. È solo la paura di perdere voti a causare il rinvio, hanno gridato i militanti. La polizia è intervenuta con cariche, lancio di spray urticante al peperoncino e con agenti in abiti civili che spuntavano dal nulla. Un conducente di autobus è stato arrestato solamente per aver suonato il clacson mentre passava accanto ai poliziotti. Una dodicenne è stata sbattuta a terra con violenza, malmenata e arrestata con l’accusa di aver gridato slogan pro-indipendenza.

Uno degli arresti più eccellenti è stato quello di «Capelli Lunghi», al secolo Leung Kwok-hung, bloccato dalle autorità per aver osato dire: «Voglio il mio diritto a votare!», ma oltre a lui sono finiti alla centrale di polizia altri due militanti della Lega dei Social Democratici, Figo Chan e Ralph Wong. Invece Tam Tak-chi, attivista pro-democrazia sono andati a prenderlo a casa. L’accusa, fondata su un’antica norma dell’era coloniale, è che nei baracchini allestiti lungo le strade di Kowloon, con il pretesto di distribuire mascherine chirurgiche antivirus, teneva comizi critici del governo «pronunciando frasi sediziose».

Vecchie e nuove leggi vengono usate indiscriminatamente pur di mettere il bavaglio alle voci del dissenso. Cartelli che fino a pochi mesi fa erano tutelati dalla libertà d’espressione con frasi come «Liberate Hong Kong, la rivoluzione dei nostri tempi» ora sono illegali e provocano l’arresto immediato.

Ma la cultura della protesta a Hong Kong è cresciuta, dopo l’esperienza dell’anno rovente, il 2019, con le centinaia di migliaia di manifestanti nelle strade, all’aeroporto e nei centri commerciali, e ha scoperto nuovi metodi da applicare nell’acchiappa e fuggi con la polizia. Così la tecnica utilizzata nella protesta ieri ha rivelato un aspetto ancora più capillare. Piccoli manipoli di manifestanti si sono infiltrati anche tra i clienti che giravano nei centri commerciali per le spese domenicali nel cuore della città. All’improvviso, ecco uno striscione, uno slogan, una protesta lampo da trasmettere sui social per poi scomparire. Alcuni ragazzi sono stati arrestati perché la polizia ha detto che stavano facendo segnali con le mani secondo un linguaggio dei segni inventato apposta durante le proteste dell’anno scorso. Ma anche qui, l’abilità e sagacia del movimento antidemocrazia, con un pizzico di ironia, ha saputo plasmarsi alla nuova realtà: un ristorante, dopo aver tolto i simboli della protesta come la maglietta nera e la famosa mascotte a forma di maialino, li ha sostituiti con poster dell’era di Mao Tse-tung che inneggiavano alla rivoluzione. In questa furba critica che aggira la Legge di Sicurezza, i poster con la propaganda maoista ricordano che bisogna «Spezzare il Vecchio Mondo. Creare il Nuovo Mondo» e chiedono il «Diritto di Rivoluzione! Diritto di Ribellione!». 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
07/09/2020 14:06:34


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