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"Permane la sofferenza del sistema museale e scompare il biglietto unico"

Interpellanza a Città di Castello del consigliere Nicola Morini

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Anche in seguito nostre specifiche iniziative consiliari, avevamo accolto positivamente la decisione di realizzare un biglietto museale unico a livello comunale e intercomprensoriale con Sansepolcro. Tale indicazione infatti era presente nel nostro programma elettorale e costituisce un primo passo per muoversi nella giusta direzione e attivare preziose sinergie in Valtiberina.

Il 25 gennaio del 2019 l’allora assessore e vicesindaco Bettarelli ebbe ad annunciare che il biglietto unico “partirà con la primavera e coinvolgerà tutto il circuito museale tifernate. Ci sarà anche la Valtiberina toscana attraverso un accordo in grado di valorizzare sia le singole peculiarità sia il nostro territorio di cui l’arte e cultura ad oggi sono i veri e più potenti attrattori turistici”. Contrariamente a ciò non solo il “biglietto unico” non è stato realizzato ma tale obiettivo programmatico, che era ben presente nel Documento Unico di Programmazione 2018, non trova più posto nel DUP 2019 e nell’ultimo 2020.

Nel frattempo se andiamo ad analizzare il rapporto dei valori espressi fra il numero dei fruitori, il costo annuo di gestione (manutenzione, guardiania, riscaldamento, luce ecc.) e gli introiti derivanti dalla vendita di biglietti di ingresso delle singole strutture museali non si può che continuare ad evidenziare una sofferenza per le numerose strutture facenti capo al Comune di Città di Castello (la Pinacoteca Comunale, il Centro delle Tradizioni Popolari “Garavelle”, la Collezione ferromodellistica “Capelletti”, la Collezione malacologica “Malakos”, la Rotonda medievale, il Museo delle Arti Grafiche “Tipografia Grifani Donati”, i Mestieri e botteghe artigiani in miniatura, il Museo e Collezione tessile della “Tela Umbra”).

In particolare la nostra Pinacoteca, nonostante le lodevoli se pur sporadiche iniziative tese a valorizzarla, a fronte di un totale di spesa di circa 150.000 euro, continua a contare nel 2019  7/8 mila visitatori e l’introito derivante dai biglietti pagati supera di poco 10.000 euro. Dati che mostrano ancor più tutta la loro debolezza se comparati con le realtà museali e culturali a noi limitrofe.

Fatte le dovute proporzioni, altre strutture in Italia hanno attivato con successo un’offerta turistica e culturale comprensoriale: solo per fare un esempio da pochi anni il celebre parco archeologico di Paestum ha istituito un biglietto unico con il parco archeologico di Elea-Velia (quasi sconosciuto ma di alto valore storico e culturale) decuplicando per quest’ultimo visitatori e aumentandoli per il primo mettendo ancor più a sistema l’offerta turistica del Cilento.

Abbiamo pensato quindi utile procedere con un’interpellanza consiliare per sapere le motivazioni per le quali la Giunta ha rinunciato all’obiettivo di creare un biglietto unico per la fruizione museale di Città di Castello e in sinergia con Sansepolcro e la valtiberina umbro-toscana.

Redazione
© Riproduzione riservata
08/08/2020 15:01:05


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