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Città di Castello, la Santa Messa del Vescovo per gli operatori della comunicazione

Stamani si è celebrato il patrono dei giornalisti San Francesco di Sales

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Lo scorso 24 gennaio il vescovo di Città di Castello, Domenico Cancian ha celebrato una messa assieme agli operatori della comunicazione locale, in occasione della ricorrenza del patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales.

In apertura della celebrazione il vescovo ha voluto ricordare Silvana Benigno, scomparsa nella giornata, per il suo impegno profuso nella battaglia contro il cancro e per le tante raccolte fondi da lei organizzate in favore della ricerca oncologica.

Nel corso della mattinata il vescovo ha ricordato brevemente la figura di San Francesco di Sales, esempio di una comunicazione efficace ed incentrata sulla verità. “Il giornalista per eccellenza – ha aggiunto – è però il Signore, che ha comunicato il mistero di Dio. Il Vangelo è la bella notizia, la notizia per eccellenza; inoltre la Parola di Gesù è una parola d’amore”. Come ricordato dallo stesso Cancian solo l’“amore” per la verità permette di raggiungere quest’ultima e di fare in modo che la comunicazione sia caratterizzata da qualità. In particolare su questo aspetto è stata richiamata l’attenzione dei giornalisti: in un contesto dove siamo continuamente bombardati da un numero considerevole di informazioni e di notizie, spesso false, solo la qualità può distinguere la tipologia di informazione e fare in modo che anche la cronaca non si appiattisca sul presente ma si trasformi in storia.

“San Francesco di Sales è stato un grande comunicatore – ha proseguito il vescovo tifernate – e il suo stile si è sempre caratterizzato per dolcezza, gentilezza e mitezza, contrapposte all’odio e alla spavalderia”, che spesso contraddistinguono i mass media contemporanei. Per far emergere una notizia e darle risalto, la mitezza e la verità sono armi migliori rispetto a torni urlati e sensazionali. Un esempio potrebbe essere la cronaca giudiziaria, dove è facile attivare la macchina del fango, che crea sofferenza e dolore nelle vittime e non conduce alla scoperta della verità.

“I fatti di cronaca devono essere letti nella maniera più corretta ed approfondita; ogni racconto nasce dalla quotidianità, dalla vita e deve condurci a riflettere su di essa o a capire come migliorarla. Per questo vi invito a comunicare in modo semplice, diretto ed essenziale, senza coprire la verità o trasformarla.” – Ha concluso Cancian, invitando tutti ad una comunicazione responsabile, che abbia a cardine almeno due punti fondamentali: la verità e carità. Per primo Gesù Cristo, attraverso il Vangelo, e con lui san Francesco di Sales, ci hanno indicato questo modello di comunicazione.

Redazione
© Riproduzione riservata
24/01/2020 17:14:11


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