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All’ospedale di Città di Castello arriva il farmacista di reparto

Il progetto, il primo del genere in Umbria, avrà la durata di un anno

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Il farmacista di reparto arriva all’ospedale di Città di Castello. In che consiste il suo lavoro e quali saranno i suoi compiti, essendo il primo progetto pilota in Umbria, sono stati illustrati martedì 7 maggio presso la sala riunioni dell’ospedale tifernate.

“È una figura fondamentale ed efficace nel governo clinico e nei processi assistenziali e, lavorando con un team multidisciplinare, grazie al suo apporto sarà migliorata la qualità dell’assistenza sanitaria”, ha spiegato Nicola Nardella, direttore generale dell’Usl Umbria 1, aprendo la conferenza stampa. “Il farmacista clinico di reparto è una risorsa importante – ha proseguito – in grado di supportare i medici ad affrontare le criticità con particolare riguardo all’appropriatezza prescrittiva, al rischio clinico ed alla corretta gestione e attribuzione delle risorse nel campo del farmaco. La sua figura deve necessariamente poter essere istituita anche all’interno del Servizio Sanitario Regionale dell’Umbria”.

“Il farmacista di reparto – ha affermato anche Andrea Caprodossi, responsabile del Servizio Farmaceutico dell’Usl Umbria 1 – ha la responsabilità di provvedere alla gestione e alla fornitura di farmaci e prodotti farmaceutici in generale per i pazienti ricoverati nel reparto di oncologia. Una ‘figura chiave’ nella collaborazione tra medici, infermieri e pazienti e che, oltre a fornire un servizio di informazione scientifica sui farmaci, svolge consulenze mirate condividendo ad esempio col medico specialista modifiche di terapia farmacologica. Può infatti essere di aiuto nella scelta appropriata dei farmaci, dei dosaggi più adeguati alle esigenze del singolo paziente, anche pensando alla riduzione del rischio di interazione tra farmaci. Contribuisce essenzialmente a migliorare l’efficacia delle cure farmaceutiche, in ragione peraltro di una valutazione costo-efficacia delle stesse”.

“Questo professionista – ha detto, infine, Silvio Pasqui, direttore del Presidio ospedaliero Alto Tevere dell’Usl Umbria 1 – in un moderno sistema sanitario è senz’altro una risorsa indispensabile. Da tempo le varie associazioni di settore rappresentano l'importanza e la necessità di istituire il ruolo del farmacista di reparto in Italia come anche in Sardegna. Questa figura, infatti, è già presente in molti Paesi europei come in Spagna, Regno Unito, Germania e altri ancora; tra le regioni italiane le prime esperienze di farmacia clinica di reparto sono state condotte all’Ismett di Palermo dal 1999 e all’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni Battista di Torino dall’anno 2004”.

Più recentemente, nel 2011, è stata promossa anche una sperimentazione dal Ministero della Salute, AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie) che ha evidenziato l'efficacia della figura del farmacista di reparto in cinque reparti oncologici. Questo studio ha portato alla creazione di un manuale che descrive le best practices in questo contesto.

Il progetto – della durata di un anno – è stato illustrato da Alessandra Mariottini Sarti, dirigente medico del Servizio Farmaceutico dell’Usl Umbria 1, che ricoprirà il ruolo di farmacista di reparto nell’Ambulatorio di Oncologia Medica dell’ospedale di Città di Castello. In particolare, è stato sottolineato che saranno oggetto di valutazione le persone over 65. Il progetto è suddiviso in due programmi, entrambi finalizzati ad offrire strumenti in grado di prevenire gli eventi avversi e a promuovere l’educazione del paziente sul corretto uso dei farmaci migliorandone la sicurezza e l’efficacia dei trattamenti. Più farmaci vengono prescritti ad un paziente e maggiore è la probabilità di non aderenza terapeutica; ciò si verifica soprattutto nel paziente anziano con capacità visive ridotte, facile dimenticanza o mancata comprensione del regime farmacologico. Per questo motivo il paziente anziano, per il quale anche una comunicazione corretta ed umana può rappresentare una terapia di supporto, è stato messo al centro del progetto.

Il farmacista di reparto, se adeguatamente supportato e definito a livello normativo, può apportare rilevanti benefici ai processi di trattamento oncologico che potrebbero essere oggetto di considerazione futura per validare l’inserimento di questa figura professionale all’interno dei percorsi organizzativi aziendali.

Redazione
© Riproduzione riservata
07/05/2024 14:25:51


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