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Lino Sgaravizzi, artigiano con l'hobby della fotografia

Conserva gelosamente un autoritratto di Monica Bellucci all’età di 13 anni

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Artigiano e commerciante orafo nella professione, oggi in pensione, ma con l’hobby da sempre per la fotografia. È Lino Sgaravizzi, classe 1950, l’ultimo ospite dell’anno della rubrica ‘Passione Fotografia’, nella quale viene messo in risalto colui che è un appassionato ma che al tempo stesso non ne fa una professione. Abita a Lama di San Giustino e ha iniziato a fotografare per necessità, proprio per documentare le sue creazioni. Decide di perfezionarsi nel tempo, affacciandosi anche al mondo del colore e non solo al bianco e nero. Entra a far parte del Circolo Fotografico Tifernate nel 2009 per condividere i propri scatti, ma anche per fare gruppo. Inoltre, conserva gelosamente un autoritratto di Monica Bellucci all’età di 13 anni, che è finito anche su prestigiose riviste nazionali. Non nasconde l’utilizzo dello smartphone per qualche scatto improvviso, seppure ovviamente questa non possa essere considerata arte; lo può essere, invece, una fotografia studiata nei minimi dettagli, magari fatta da qualche nome importante. Un paragone degno di nota, poi, è quello che fa con la pittura: il fotografo dipinge con la luce, mentre il pittore col pennello.

·        Come e quando nasce la passione per la fotografia?

“Sostanzialmente negli anni ’70, prima per necessità di documentare i gioielli che producevo, poi è diventata sempre più grande, tanto da allestire una camera oscura per sviluppare e stampare le mie foto in bianco e nero: tutto questo come autodidatta, informandomi su riviste e libri fotografici”.

·        Quale il tipo di fotografia che preferisci fare?

“Ho iniziato con la macrofotografia, ma in generale mi piacciono tutti gli stili fotografici: dal paesaggio allo still life, oppure la foto naturalistica”.

·        Quanto lavori lo scatto nel post produzione?

“Come prima con l’analogico utilizzavo la camera oscura, ora con il digitale faccio lo stesso con la camera chiara, scattando in raw e sviluppando in Capture One e Photoshop (soprattutto per scatti in still life), attraverso una post produzione non troppo spinta”.

·        Apprezzi la fotografia in bianco e nero, oppure prediligi sempre il colore?

“Come detto, principalmente ho iniziato proprio con il bianco e nero: oggi, però, mi affascina anche il colore, che riesco a stampare da solo”.

·        C’è uno scatto a cui sei particolarmente legato?

“E’ un ritratto che feci a Monica Bellucci all’età di 13 anni, pubblicato su Vanity Fair e poi nel suo libro fotografico”.

·        Quando e perché l’ingresso nel Circolo Fotografico Tifernate?

“Nel 2009, in occasione di Citerna Fotografia: una manifestazione molto bella e interessante, organizzata dal Circolo Fotografico Tifernate, che portava proprio a Citerna fotografi affermati del calibro di Ferdinando Scianna, tanto per citarne uno. Sono entrato a far parte di questo gruppo per tutte le attività che svolge, per dare un aiuto quando ce ne bisogno e per l’amicizia e la simpatia dei componenti”.

·        Hai mai pensato di allestire una tua personale di fotografia?

“Non ho mai pensato di allestire una mostra personale e non so neppure se potrei esserne in grado”.

·        La fotografia, per te, è solo quella fatta con la reflex oppure ti affascinano anche altri strumenti?

“Preferisco fotografare con la fotocamera, uso il telefono quando ne sono sprovvisto e magari mi piace scattare quella foto in quel particolare momento”.

·         La fotografia è da considerarsi un’arte?

“Secondo il mio pensiero, non credo che tutte le fotografie possano essere considerate arte, specialmente quelle scattate in fretta con un cellulare che fornisce un jpg sviluppato automaticamente dal software stesso, mentre penso sia una foto artistica un paesaggio di Ansel Adams studiato nei minimi particolari. In sostanza, credo si possa dire che il fotografo dipinge con la luce, il pittore col pennello”.

·         Quando scatti ti piace essere in solitaria oppure anche in gruppo?

“Generalmente in solitaria, perché riesco a concentrarmi più nello scatto: comunque mi piace molto anche fotografare in compagnia con gli amici del gruppo”.

·        Quale il sogno nel cassetto, a livello fotografico, che speri possa avverarsi quanto prima?

“Il mio sogno nel cassetto sarebbe quello di poter fare un bel viaggio fotografico, ma con i tempi che corrono non credo si possa avverare”.

Notizia tratta dal periodico l'Eco del Tevere
© Riproduzione riservata
30/12/2022 09:55:18


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