Draghi furioso per l’emendamento che deroga al tetto di 240mila euro per i dirigenti pubblici
Il premier non era stato informato
Quando glielo hanno riferito Mario Draghi è rimasto incredulo e ha chiesto subito delucidazioni al Tesoro e al ministero per i Rapporti con il Parlamento. Per il presidente del Consiglio è inconcepibile far passare nel silenzio generale un emendamento al decreto Aiuti bis, in fase di riconversione in Senato, che deroga al tetto dei 240 mila euro per i dirigenti pubblici. La modifica è stata proposta dal senatore di Forza Italia Marco Perosino, ricandidato con il partito di Silvio Berlusconi. Titolo: trattamento economico delle cariche di vertice delle Forze armate, Forze di polizia e delle pubbliche amministrazioni. L’emendamento è entrato nel pacchetto trasmesso al ministero dell’Economia. E dal Mef ne è uscita una riformulazione che estende la deroga a capi dipartimento e segretari generali dei ministeri, compresi quelli della presidenza del Consiglio, cui verrebbe destinato un «trattamento economico accessorio» determinato «nel limite massimo delle disponibilità» di un fondo destinato. Un atto che ha mandato su tutte le furie Draghi, per l’inopportunità di inserire una misura di questo peso, senza prima informare il premier e agli sgoccioli della legislatura. Adesso non resta che trovare una soluzione nel passaggio del testo alla Camera.
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