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Caso Saman, tutti a processo i familiari della 18enne pachistana

Alla sbarra lo zio e due cugini. A giudizio anche i genitori latitanti in Pakistan

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Sono stati tutti rinviati a giudizio i familiari di Saman Abbas, la 18enne pachistana scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) il 30 aprile 2021, dopo essersi ribellata a un matrimonio combinato, con un parente, in patria. Il gup Dario De Luca ha mandato a processo lo zio della ragazza, Danish Hasnain e i due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, arrestati nei mesi scorsi in Francia e Spagna, dove erano fuggiti. A giudizio anche i genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, padre e madre latitanti in Pakistan. Sono accusati, a vario titolo, di sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere.

Il fratello minore di Saman: testimone chiave - Tra le parti civili ammesse al processo per la morte di Saman c'è anche il fratello ancora 17enne (assente stamattina in aula durante l'udienza preliminare), il quale è anche ritenuto un testimone chiave della vicenda. Fu lui a indicare agli inquirenti che ad ammazzare la sorella sarebbe stato lo zio Danish Hasnain. "Sono soddisfatta dell'accoglimento della nostra richiesta. Il mio assistito, che si trova ancora in una struttura protetta, è da considerarsi parte offesa", ha detto l'avvocato Valeria Miari che rappresenta anche l'Unione dei Comuni della Bassa Reggiana.

L'avvocato dei genitori: "Non sanno di essere a processo" - "Coloro che non sono presenti in un processo non sono fantasmi e più delle volte sono vittime di un sistema che dà per scontato cose che non dovrebbero esserlo come l'effettiva consapevolezza di un processo a proprio carico". Non ci sta l'avvocato Simone Servillo che difende Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, i genitori di Saman. Il giudice ha rigettato la sua richiesta che "venisse dichiarata la nullità del decreto di latitanza - spiega - fondata sull'evidente mancata conoscenza concreta del procedimento. Non entro nel merito della decisione del gup che rispetto, però rimane il fatto che i processi contro chi non sa, non andrebbero portati avanti. Resta un neo importante di questa esperienza".

Il difensore dello zio: "Accuse infondante" - "Dopo avere esaminato le carte, possiamo dire che gli addebiti mossi a Danish sono infondati. È innocente". Lo sostiene Domenico Noris Bucchi che difende lo zio della 18enne che è accusato di essere l'esecutore materiale dell'omicidio. "La tesi della pubblica accusa si basa su presunzioni, un'ipotesi investigativa basata su semplici sospetti", ha continuato Bucchi che poi ha concluso: "Finalmente oggi abbiamo un processo nel quale siamo certi che potremo dimostrare che Danish non è responsabile dei fatti contestati".

 

 

I legali dei cugini: "Estranei ai fatti"

 - "Nomanhulaq non è responsabile di alcun reato". Ne è convinto l'avvocato Luigi Scarcella che difende Nomanhulaq Nomanhulaq, cugino di Saman Abbas. "Sicuramente ora a processo non avremo più una lettura parcellizata degli atti di indagine, dai singoli frame alle letture parziali di intercettazioni telefoniche piuttosto che dei tabulati - continua - A dibattimento verificheremo se è successo, cosa e se qualcuno ha partecipato". Il legale poi non esclude di presentare in futuro "un'istanza di scarcerazione" per il suo assistito, che si trova detenuto. Dello stesso avviso Mariagrazia Petrelli, l'avvocato dell'altro cugino Ikram Ijaz: "Ci aspettavamo il rinvio a giudizio, ma il mio assistito continua a proclamarsi completamente estraneo ai fatti. Faremo di tutto per dimostrare la sua innocenza", sottolinea.

notizia e foto tratte da Tgcom 24
© Riproduzione riservata
18/05/2022 06:00:57


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