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Mondo Politica: intervista a Luca Secondi sindaco di Città di Castello

"Per ciò che riguarda l’ex ospedale ricordo che è patrimonio della Regione Umbria"

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Dal 18 ottobre scorso è il nuovo sindaco di Città di Castello, dopo essere stato presidente del consiglio comunale, assessore e in ultimo anche vice di Luciano Bacchetta. Luca Secondi, 40 anni, ha completato i primi sei mesi di mandato, quanto basta per un piccolo bilancio sugli argomenti più attuali.

Sindaco Secondi, Lei conosce oramai bene il funzionamento della macchina amministrativa, ma da sindaco è tutta un’altra cosa?

“Sì, è un’ottica diversa, nella quale si concentra una serie di settori e di esigenze da guardare a 360 gradi. Avendo prima, come assessore, solo deleghe specifiche, è chiaro che si guardi il mondo con un’ottica settoriale; da sindaco, invece, si ha l’onere e l’onore di guardare il tutto nelle varie sfaccettature”.

Avete da poco approvato il bilancio di previsione 2022; quali gli elementi qualificanti?

“Sono principalmente due-tre: il più importante è senza dubbio il non aumento della pressione fiscale, nonostante un’inflazione schizzata alle stelle, i costi delle materie prime che sono esplosi e il costo energetico deflagrato. Prendo solo un esempio: Città di Castello ha 33 plessi scolastici, per cui immaginate cosa significhi riscaldare e illuminare solo questi; abbiamo circa 8mila punti luce, quindi possiamo immaginare i costi. Fortunatamente, per il 2022 è stata trovata la possibilità di reggere il colpo senza andare a prender nulla in tasca ai cittadini e facendo anche interventi per cogliere la possibilità di incentivazione su alcune categorie specifiche”.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: in che modo giocherà questa carta il Comune di Città di Castello?

“Investendo molte risorse economiche e del personale. Ci puntiamo, perché è il classico treno che passa ora e non si sa quando e se ripasserà. Attualmente, con i bandi già usciti del Pnrr, abbiamo richiesto 38 milioni di euro e 5 di essi sono già in cassa. Continueremo con i bandi della digitalizzazione e vi sono altre richieste di fondi strutturali che ricadono nella vita amministrativa. Per esempio, Sogepu ha richiesto 7 milioni per l’impiantistica e alla fine l’obiettivo è quello dell’abbattimento della Tari. Altre risorse sono collegate ad istituzioni che ricadono nel nostro Comune: la Fondazione Palazzo Vitelli ha richiesto 2 milioni di euro per il suo stupendo parco e la Soprintendenza un milione e mezzo per il completamento delle mura urbiche”.

Edificio ex ospedale: è la volta buona per intervenire e riqualificare un immobile in preda al degrado?

“Per ciò che riguarda l’ex ospedale, non è un lavarsi le mani da parte nostra, ma ricordo che è patrimonio della Regione. Certamente, la situazione attuale non è più opportuna e allora chiediamo alla Regione che si assuma la responsabilità di intraprendere un preciso percorso. Il Pnrr può essere utile per fare almeno un tentativo, anche se non nell’immediato, purchè faccia uno sforzo. La situazione di degrado è molto elevata per motivi di sicurezza e igiene: il Comune ha riqualificato la pinacoteca e la piazza delle Tabacchine: ora manca soltanto l’ex ospedale. La Regione ha deciso di non destinare questo luogo per servizi sanitari, ma esistono anche altri filoni, vedi la cultura. Noi siamo pronti a venire incontro con le destinazioni d’uso del piano regolatore, ma serve un progetto. Siamo quindi oltremodo collaborativi, a patto che la Regione si impegni”.

Investimenti sul turismo: c’è qualche novità saliente?

“Stiamo lavorando in molte direzioni e la prima è quella interterritoriale con la Valtiberina Toscana. Si ragiona finalmente in termini di vallata con il progetto Rim, rete intercomunale e stiamo lavorando assieme a tutte le amministrazioni coinvolte per dare un’offerta turistica a regime. Il turista che arriva non visita un unico borgo, ma quest’ultimo è inserito in un contesto di vallata. Stiamo insomma elaborando il cosiddetto “pacchetto turistico”. Stesso discorso dal punto di vista culturale e ricettivo: sicuramente, la nostra realtà dovrà implementare la propria potenzialità; mi riferisco a strutture che abbiano la capacità di assorbire anche la presenza di turisti, perché questo facilita le permanenze. Prendo l’esempio di Fontecchio, dove il proprietario ha fatto investimenti ingenti per offrire un’accoglienza di qualità elevata, ma è bene che queste realtà aumentino. Con il post Covid, infine, tante manifestazioni stanno ripartendo a pieno regime: “Only Wine Festival”, “Estate in Città” e altre rassegne che ci portano fino all’autunno, vedi a Mostra del Fumetto, la Mostra del Libro Antico e il Festival delle Nazioni. C’è tanta voglia di ripartire anche da parte delle associazioni, come testimoniano le numerose sagre che mancano da due anni”.  

Redazione
© Riproduzione riservata
02/05/2022 09:01:07


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