Opinionisti Alessandro Ruzzi

Gli occhi dei bambini ucraini

Io non li ho visti, ma me li descrivono insostenibili

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Stamani una amica veneta mi ha telefonato e parlando mi ha detto che nella sua scuola media sono presenti due ragazzi che sono giunti dalla Ucraina. I loro coetanei si sono subito dati da fare per supporto con la lingua (giustamente parlano solo ucraino) e per l'integrazione: ma la mia amica ha espresso delle perplessità che mi fanno il pari con quanto accaduto in una cittadina toscana ove una famiglia Ucraina lì residente aveva chiaramente dato disponibilità ad accogliere profughi dal suo paese; sono arrivati nove minori accompagnati da una coppia che non è genitore a tutti e nove.
Dai 2 ai 14 anni. Cercheranno di fare scuola da remoto, sia per mantenere il contatto con il loro mondo di origine sia per la speranza di riuscire a rientrare nei propri luoghi in tempi brevi. Me ne ha parlato chi li ha visti, una maestra elementare, che non è riuscita a trovare le parole giuste per descrivere gli occhi dei due ragazzi di 14 anni che fanno parte del gruppo.
Spenti. Inespressivi.
Perché se forse un bimbo di 2-3 anni riesci a rimetterlo in carreggiata al momento in cui partecipa alla vita sociale con gli altri bambini, perché percepisce un benessere materiale, quasi fisico, perché trova sollievo nei giochi, un ragazzo di 14 anni ha soltanto visto distruggere la sua scuola, il luogo si dove si ritrovava con gli amici, la sua casa, il suo presente ed il suo futuro.
E esprime tutto questo con gli occhi.
Questo sta accadendo a 2.500 km da noi, membri di un gruppo nazionale che è presente anche in Italia in maniera sostanziosa (pare siano 250.000 gli -le- ucraini normalmente residenti in Italia e spesso impegnati nell'assistenza familiare); sappiamo che accade ovunque nel mondo come conseguenza di uno degli oltre 55 conflitti che sono attualmente registrati in essere, molto spesso in Africa che ci pare un territorio estremamente lontano da noi separato come è dal Mediterraneo e dal Sahara. Ma poco cambia se siamo onesti e non razzisti.
Io continuo ad essere estremamente deluso per come l'Occidente reagisce alla aggressione russa contro l'Ucraina: non conosco colpe o ragioni, so soltanto che quanto vedo accadere ai civili è davvero eccessivo. L'operazione speciale lanciata da Putin si è impantanata, la fornitura di armi alle forze ucraine che ne diventano sempre più pratiche riesce a bloccare in alcune zone quello che è l'attacco di una forza militare superiore e in controllo dello spazio aereo. Si rischia davvero il protrarsi -con una ulteriore immane distruzione- di una guerra dove l'assenza di vittoria è difficile da giustificare per una sospensione delle ostilità. In una Federazione russa che al di fuori di Mosca e San Pietroburgo è fortissimamente sintonizzata sulle parole del suo leader. Che riuscirà a dipingere l'impatto delle sanzioni come un atto unilaterale da parte dell'Occidente contro il diritto della Santa madre Russia. Comunque l'Occidente, cioè l'Europa continentale, soffrirà non meno della Russia le conseguenze di questo conflitto: milioni e milioni di profughi da accogliere degnamente. La vittoria di Putin.
La vittoria dell'Occidente spiegatemela voi, se non tiriamo fuori le palle. Byebye Moldavia, ciao Polonia... Se Putin in un ulteriore slancio di follia attaccasse anche queste due nazioni pensate che l'Occidente (o la Nato) avrebbero il coraggio di ricacciarlo dentro i suoi confini?
Senza infamare Orsini che a me ricorda Crisanti, quando la verità è scomoda epurare il grillo parlante a favore degli allineati (quelli che dimenticano le colpe degli Stati Uniti e dell'Europa).

Alessandro Ruzzi
© Riproduzione riservata
26/03/2022 13:32:26

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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