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Iodio, la corsa alle pastiglie per il terrore nucleare?

Una follia: mangiandole si può morire

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Nelle farmacie italiane, dopo l'attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e l'escalation dell'offensiva russa in Ucraina, è aumentata a dismisura la richiesta di pastiglie a base di iodio, la cui somministrazione fa parte della strategia sanitaria internazionale per ridurre gli effetti negativi sulla salute per le persone esposte a radiazioni. La comunità scientifica però invita alla prudenza, primo perché la profilassi contro eventuali danni da radiazione in questo momento in Italia non è assolutamente necessaria, e poi perché l'uso indiscriminato di questa sostanza, senza una indicazione medica e patologica precisa, può avere conseguenze anche gravi sulla salute. Lo Iodio, o ioduro di potassio (KI), è un micronutriente essenziale, cioè indispensabile, che viene introdotto nel nostro organismo regolarmente con la dieta e che si concentra esclusivamente nella tiroide per permettere il normale funzionamento di reazioni chimiche vitali, come la sintesi proteica, enzimatica e metabolica, oltre al coordinamento ormonale generale e al normale sviluppo dello scheletro e del sistema nervoso centrale nel feto e nella prima infanzia.

COME FUNZIONA

La carenza di iodio ha infatti effetti nocivi su crescita e sviluppo, è la principale causa di ritardo mentale nel mondo (cretinismo), e i disturbi che derivano da una insufficiente produzione di ormoni tiroidei possono causare danni irreversibili, come la comparsa del gozzo nonché ridotte capacità mentali e fisiche. L'eccesso di iodio invece può portare all'ipertiroidismo, con inibizione della sintesi ormonale e tutto il corteo di sintomi anche gravi che ne derivano. Nei pazienti sani, con una eccessiva assunzione di iodio, si mettono in moto meccanismi di eliminazione degli eccessi, ma le assunzioni prolungate aumentano il rischio di reazioni avverse, poiché interferiscono con altre funzioni e farmaci. In assenza di radioattività quindi è assolutamente inopportuno e sconsigliato assumere compresse di iodio a scopo preventivo perché si può andare incontro a rischi seri per la salute, incluso il blocco funzionale della tiroide, soprattutto sottovalutando fattori importanti come l'età, le malattie concomitanti, la gravidanza, l'allattamento e le sindromi immunitarie tiroidee, e non vi sono evidenze di efficacia come profilassi. La corsa all'acquisto di iodio è emotivamente motivata dal ricordo di Chernobyl nel 1986, quando questo sale di iodio stabile, cioè non radioattivo, fu utilizzato nella popolazione Ucraina poiché in grado di bloccare l'assorbimento di iodio radioattivo, potenzialmente cancerogeno, da parte della tiroide, ma pochi sanno che in questi casi tale terapia deve essere attuata tempestivamente, entro le prime 6-8 ore dall'esposizione e fino a 2 ore dopo dall'inizio previsto dalla contaminazione radioattiva, perché somministrare od assumere lo iodio stabile dopo le 24 ore successive all'esposizione, può causare più danni che benefici, prolungando l'emivita biologica dello iodio radioattivo che si è già accumulato nella tiroide, favorendone il rischio oncologico.

IL SALE

Purtroppo da settimane migliaia di persone corrono ad acquistarlo senza nemmeno sapere come usarlo, perché preferiscono averlo in casa a portata di mano in caso di rischio nucleare, senza valutare che lo iodio in compresse protegge solo dallo iodio radioattivo, in particolare dallo iodio 131, ma non da altri radionuclidi emessi dagli impianti nucleari, come il cesio e lo stronzio. In Italia è diffuso l'uso domestico del sale iodato, ovvero sale arricchito di iodio, una semplice prassi che ha contribuito notevolmente a ridurre i casi di ipotiroidismo da insufficiente apporto di questo elemento essenziale, che è raccomandato anche per la preparazione e la conservazione di alimenti, mentre il ricorso fai-da-te di tale sostanza può determinare conseguenze negative sull'organismo, incluso il blocco funzionale e totale della tiroide, una ghiandola vitale il cui mancato funzionamento o l'assenza della sua azione può condurre facilmente a morte. La fonte principale di iodio è rappresentata dall'alimentazione ed i cibi più ricchi di questo prezioso elemento sono le alghe, i prodotti ittici (pesci e crostacei), le uova, il latte e latticini, in parte la carne e le verdure, e l'apporto necessario è integrato con il sale iodato usato dalla maggior parte della popolazione del mondo (quello etichettato come "marino" non contiene iodio se non in quantità trascurabili), che andrebbe usato a crudo sugli alimenti, per non disperdere lo iodio con il calore della cottura.

Notizia tratta da Libero.it
© Riproduzione riservata
18/03/2022 06:37:19


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