Covid, nei primi nove mesi del 2021 recuperato il 90% di ricoveri e prestazioni sanitarie
Lo scorso anno rinviati oltre 400mila ricoveri
Ancora oggi si fa la conta delle prestazioni sanitarie saltate durante la pandemia. Solo nei reparti di medicina interna, che si sono fatti carico del 70% dei malati Covid, lo scorso anno si sono dovuti rinviare a data da definire 400mila ricoveri. A farne le spese sono stati malati cronici con scompenso cardiaco, affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva, diabete, sepsi e cardiopatia ischemica, per fare qualche esempio. Ma sono gli stessi internisti ospedalieri della federazione Fadoi in congresso a Firenze a rivelare che nei primi nove mesi di quest’anno si è fatto il miracolo, recuperando ben il 90% di quei ricoveri saltati. Questo, dicono i dottori di Fadoi, perché la pandemia ha cambiato modo di lavorare negli ospedali, facendo superare vecchi steccati a favore di un approccio multidisciplinare, che ha garantito cure più efficaci e fatto nello stesso tempo risparmiare tempo e prestazioni inappropriate.
Sembra l’uovo di Colombo ma i numeri dicono che la formula ha funzionato eccome. La stima della Federazione è che a oggi il recupero sia stato quasi totale, con solamente l’8% in meno di ricoveri rispetto a quelli registrati nel 2018, prima dell’era pandemica. Dal 1° gennaio 2018 a settembre dello stesso anno i ricoveri erano stati infatti 705mila, mentre nello stesso periodo di quest’anno se ne contano 650mila, solo 55mila in meno (l’8% appunto) rispetto al pre-Covid.
I numeri non cambiano di molto se si prendono in considerazione i soli pazienti cronici, che rappresentano una fetta consistente dei ricoverati nelle medicine interne dei nostri ospedali. Sempre da gennaio a settembre nel 2018 i ricoveri in questo caso erano stati 395mila, mentre nello stesso periodo di quest’anno si è arrivati a 346mila. Come dire che sono solo 49mila i ricoveri che mancano all’appello, il 12% per ritornare ai livelli anti-pandemia.
“Un risultato sorprendente se si considera che le stime sui ricoveri si riferiscono esclusivamente ai pazienti no-Covid e che invece sono proprio i nostri reparti ad essersi fatti carico di larga parte delle persone ammalatesi con il SarsCov-2”, commenta Dario Manfellotto, Presidente di Fadoi.
“Ora si tratta di trarre tesoro da questa esperienza, perché l’approccio intra-disciplinare sotto la regia della medicina interna che è alla base di questo miracoloso recupero può e deve diventare il nuovo modus operandi dei nostri ospedali, consentendo così di curare anche la piaga delle liste di attesa”.
Che sia possibile lo dimostrano anche i risultati del modello inter-disciplinare dei pazienti cronici attuato in alcuni ospedali dai nostri internisti con una conseguente riduzione del 15% dei ricoveri impropri e un taglio considerevole delle liste d’attesa. Un modello da esportare ora su larga scala visto che proprio i tempi di attesa erano e richiamo di rimanere la grande piaga da curare del nostro sistema di assistenza.
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