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Confindustria, ovazione per Draghi: “Green Pass strumento di libertà"

"Non aumenteremo le tasse, il Pil cresce del 6%”

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«La sfida per il Governo - e per tutto il sistema produttivo e le parti sociali - è fare in modo che questa ripresa sia duratura e sostenibile». E ancora: «Voglio riaffermare, penso sia importante, che il governo da parte sua non ha intenzione di aumentare le tasse. In questo momento i soldi si danno e non si prendono». Così il presidente del Consiglio Mario Draghi sul palco dell’Assemblea generale degli industriali. 

La ripartenza

La ripresa viaggia a ritmi più sostenuti del previsto: «Le previsioni del governo che presenteremo a giorni stimano una crescita intorno al 6% quest'anno, a fronte del 4,5% ipotizzato in primavera», le parole del premier, che ha poi sottolineato come al rafforzamento dell'economia si accompagni un miglioramento dell'occupazione. «A luglio il numero di occupati è cresciuto di 440mila unità rispetto a un anno prima, e c'erano 170mila disoccupati e 484mila inattivi in meno», i dati illustrati dal premier. Draghi ha però invitato alla prudenza: «La crescita che abbiamo davanti è un rimbalzo, legato alla forte caduta del Pil registrata l'anno scorso. Era dunque inevitabile che alla riapertura si accompagnasse una forte accelerazione dell'attività. Ora la sfida è fare in modo che la ripresa sia duratura e sostenibile», le sue parole.

Green pass

Il premier ha anche commentato il nuovo decreto che istituirà l’obbligo del certificato verde a partire dal 15 ottobre: «Il green pass è uno strumento di libertà, per difendere i cittadini e i lavoratori e tenere aperte le scuole e le attività economiche» le parole di Draghi, che ha ringraziato Confindustria per il lavoro svolto per arrivare all’accordo per l’estensione del certificato verde ai luoghi di lavoro. Il premier ha poi ribadito come tutte le misure siano volte a evitare una ripresa dei contagi e nuove chiusure, unica condizione perché si verifichi un’effettiva ripresa.

Il patto per il paese

«Le parole di Bonomi suggeriscono che si possa iniziare a pensare a un patto economico, produttivo, sociale del Paese – prosegue Draghi – ci sono tantissime cose di cui discutiamo continuamente che possono essere materia di questo patto. La definisco una prospettiva economica condivisa. Bisogna mettersi seduti tutti insieme». 

Poi l’esortazione alle imprese. «Oggi vi chiedo di fare di più. Vorrei che la pagina che state scrivendo oggi con il vostro impegno fosse ricordata come un momento storico. Nessuno può chiamarsi fuori. Sono certo, conoscendo le virtù dell'impresa, che sarà una pagina di cui l'Italia andrà fiera» ha conluso il presidente del consiglio.

«Confindustria si augura che il premier Mario Draghi «continui a lungo nella sua attuale esperienza» e avverte: prosegua «senza che i partiti attentino alla coesione del Governo pensando alle prossime amministrative con veti e manovre in vista della scelta da fare per il Quirinale».

Il presidente Carlo Bonomi dedica ampio spazio della sua relazione all’assemblea annuale degli industriali alla figura di Draghi, uno degli «uomini della necessita», diverso dagli «uomini della provvidenza» come chi ha dato vita a «un regime ventennale di oppressione» e dagli «uomini del possibile», quelli del «calcio alla lattina», del «rinvio eterno». 

Le riforme

Per gli industriali è fondamentale «fare le riforme adesso. Basta rinvii, basta giochetti, basta veti. Davvero basta», avverte il presidente di Confindustria, esprimendo la «preoccupazione» per il cronoprogramma per le rforme legate al Pnrr che «rischia di slittare». Confindustria «si opporrà a tutti coloro che vorranno intralciare il processo delle riforme»; «a chi flirta con i no vax invece di pensare alla sicurezza di cittadini e lavoratori, come a chi pensa che questo Governo è a tempo».

I sindacati

Poi, Bonomi tende la mano ai sindacati: «Facciamolo almeno noi un vero Patto per l'Italia» dice rivolgendosi «direttamente ai leader» di Cgil, Cisl e Uil, Landini, Sbarra e Bombardieri. «Luigi, Maurizio, Pierpaolo, noi non siamo partiti in lotta, noi abbiamo un grande compito comune. Di fronte ai ritardi e alle sempre più gravi fratture sociali della nostra Italia, lavoro e impresa hanno una grande sfida: costruire insieme accordi e indicare strade e strumenti che la politica stenta a vedere», dice Bonomi, indicando tre "esempi concreti" su cui partire: sicurezza sul lavoro, politiche attive e smart working.

In chiusura, il presidente di Confindustria ha mosso una critica al blocco dei licenziamenti. « È stata una sciocchezza, non ha impedito che nel 2020 quasi un milione di occupati abbia perso il lavoro o non lavorato per lunghi periodi, oltre ad alimentare la tesi ancor più infondata che, abolendolo, ci sarebbero stati milioni di licenziamenti» le parole di Bonomi. 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
23/09/2021 13:42:07


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