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In arrivo il quinto vaccino anti Covid-19

La Commissione europea ha stipulato un contratto di fornitura da 200 milioni di dosi con Novavax

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Duecento milioni di dosi. A partire dal quarto trimestre di quest'anno e fino al 2023. L'accordo appena firmato dalla Commissione europea si avvia a portare anche in Italia il quinto vaccino disponibile per contrastare il Covid-19 e le sue varianti. Lo produce l'americana Novavax, e funziona con un principio diverso da tutti quelli in uso finora. Non è dunque un vaccino a vettore virale depotenziato e inserito un un adenovirus di scimpanzé (AstraZeneca o Johnson & Johnson), a mRna (come Pfizr/BioNtech) e a virus inattivato (come Sinovac e altri preparati cinesi). Novavax è un preparato antivirale a base di proteine ricombinanti. Una signficativa differenza.

Come funziona

Il vaccino americano che si avvia a debuttare in Ue nell'ultima parte del 2021 (si attende il definitivo via libera dall'Agenzia europea per i medicinali) introduce nell'organismo umano la proteina Spike che si trova sulla corona del virus e che serve come punto di "attracco" per le cellule che poi infetta, è mescolato con saponina che serve per istruire il sistema immunitario e stimolare la risposta "adattativa" dei linfociti di tipo T e B che sono gli archivi anti virus del nostro corpo, così da produrre gli anticorpi specifici per fermare il contagio. Novavax potrebbe convincere gli scettici e gli impauriti dai vaccini a vettore virale o a Rna messaggero, perché attualizza una tecnica che si utilizza da più di trent'anni, utilizzata per vaccini a protezione dei neonati, che finora si sono segnalati per la scarsità di effetti collaterali di rilievo e sono stati molto utili per combattere herpes zoster, meningococco, papillomavirus ed epatite B.

Cosa sappiamo finora

In attesa della "luce" verde dell'Ema, i trial clinici che riguardano Novavax sono molto incoraggianti. Contiene un antigene proteico, dunque non può replicarsi né portare all'infezione da Covid-19 come effetto collaterale. I dati pubblicati dal New England Journal Of Medicine mostrano che finora ha un'efficacia del 94,6% contro il ceppo originale del Coronavirus, di oltre l'86% contro la variante Alfa e del 60% contro la variante Beta, considerata la più aggressiva anche per i sintomi che provoca. Come per la maggioranza dei vaccini già in uso, viene inoculato con due dosi, a distanza di 21 giorni fra loro. 

Notizia e Foto tratte da Tiscali
© Riproduzione riservata
07/08/2021 13:03:28


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