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Mondo Politica: intervista a Cesare Sassolini consigliere comunale a Città di Castello
"Centrodestra e centrosinistra sono come due pugili che si stanno studiando sul ring"
Da venticinque anni siede ininterrottamente in consiglio comunale a Città di Castello, sugli scranni dell’opposizione. E adesso potrebbe ritentare la corsa a sindaco. Perché fra i papabili del centrodestra alle prossime comunali c’è anche lui, Cesare Sassolini, inizialmente esponente di Alleanza Nazionale (della quale è stato anche segretario cittadino) e poi di Pdl e Forza Italia, che lo vede attualmente nelle vesti di capogruppo consiliare.
Sassolini, perché a Città di Castello la campagna elettorale stenta ancora sostanzialmente a decollare, nonostante l’appuntamento con le urne sia più vicino di quanto si possa immaginare?
“Perché centrodestra e centrosinistra sono come due pugili che si stanno studiando sul ring: ognuno aspetta la mossa dell’altro. L’intenzione che percepisco è quella secondo cui si vede come si regola l’avversario, facendolo scoprire per primo, per poi rispondere con la contromisura che si ritiene più adeguata, perché di candidati ce ne sono più o meno spendibili su un versante e sull’altro. Le tensioni interne non mancano all’interno dei due schieramenti: ciascuno, infatti, vorrebbe proporre il suo candidato sindaco”.
Ma per ciò che La riguarda più direttamente, c’è la possibilità di gareggiare con un centrodestra unito?
“La possibilità e la volontà non mancano, però anche in questo caso nulla è escluso. Specie poi se dall’altra parte, cioè nel centrosinistra, vi fosse una frammentazione, anche nel centrodestra potrebbe maturare una scelta diversa, pur senza discussioni e rotture. Si tratta di soluzioni tattiche”.
Nell’ambito del centrodestra, la Lega ha optato per un candidato di estrazione civica. Il nome avanzato è quello dell’avvocato Roberto Marinelli. Dall’altra parte, però, i nomi hanno provenienza politica: alludo a Lei e ad Andrea Lignani Marchesani. È dunque questo il vero “scoglio” da superare?
“Dico che questo “scoglio” può essere appianabile e che vi sono le condizioni per arrivare a una scelta comune. Da una parte, c’è un candidato civico ottimo dal punto di vista professionale, che però solleva un interrogativo: un civico senza alcuna esperienza politica alle spalle sarà la persona adatta a guidare un Comune come quello di Città di Castello e in un momento particolare come questo? La domanda è sempre stata pertinente e lo è adesso a maggior ragione, vuoi per la delicatezza del periodo dal quale stiamo tentando di uscire, vuoi perché si tratta di fare il primo cittadino in un Comune di 40mila abitanti. Dall’altra parte, ci siamo io e Lignani Marchesani, che oramai sul piano politico-amministrativo siamo in grado di dire la nostra, dal momento che la nostra presenza è fissa da oltre venti anni”.
Lei Sassolini è disponibile a fare il candidato sindaco, ma a quali condizioni?
“Premetto che il nome del sottoscritto come candidato sindaco è stato fatto dalla direzione nazionale di Forza Italia. Ciò detto, aggiungo che sarei disposto anche a fare un passo indietro se la mia scelta fosse motivo di frizioni. Sono una persona abituata a riflettere e a ragionare e non un soggetto di rottura; della serie; o io o nessuno. L’importante è che l’individuazione del candidato sindaco venga fatta in nome della collettività”.
In questi ultimi mesi (o settimane) di legislatura, che atmosfera si respira in consiglio comunale?
“E’ un clima piuttosto blando, anche perché le sedute via web hanno contribuito a renderlo tale. Un clima di dismissione, con i contrasti che emergono soprattutto nel centrosinistra, dove è in atto la caccia ai riposizionamenti. Insomma, un contesto sempre più sfilacciato”.
Guardando per un attimo in casa degli altri, a cosa si deve questo continuo fermento all’interno del centrosinistra?
“Al fatto che ogni movimento si sta spostando verso il centro. È in atto un cambio nel panorama politico perché sta cambiando il sistema: il Pd, per esempio, è pieno di correnti che favoriscono le rotture e vi sono forze centriste che stanno egemonizzando e che non trovano condivisione né da parte del Pd, né da quella di sinistra. Credo che, ora come non mai avvenuto prima, la moderazione e la progressione armonica del sistema siano gli ingredienti giusti per spuntarla: ne ha bisogno la gente, dopo una fase di crisi alla quale sta seguendo il tentativo di ripartenza. Città di Castello deve capire tutto ciò, perché questo è l’ultimo treno utile”.
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