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Coronavirus, Bianchi: “A settembre puntiamo alla scuola in presenza"

"Ma la Dad non ha la colpa di tutti i mali”. Cattedre e posti vacanti coperti

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Per quanto riguarda la ripresa della scuola «siamo pronti – dice il ministro della Pubblica Istruzione, Patrizio Bianchi -: abbiamo più di un miliardo già investito per la sicurezza, per le persone e i trasporti». Le mascherine in classe? «Il Cts ci ha detto che dovranno restare in atto tutte le precauzioni sanitarie possibili». L’obbligo vaccinale per gli insegnanti? «Questa settimana ci troveremo col Consiglio dei Ministri, la decisione andrà presa dall'intero collegio». Infine, sulla questione cattedre cattedre e supplenze, «siamo molto avanti, con gli interventi che abbiamo fatto come governo e sono passati in Parlamento abbiamo praticamente coperto i posti vacanti con concorsi straordinari, con la chiamata dei concorsi pregressi, con gli interventi previsti per immettere nel concorso dell'anno prossimo tutti i posti vacanti disponibili» Anticipati più di 40 giorni per le supplenze residue, «quindi tutto quello che doveva essere fatto è stato fatto».

Nel corso dell'inaugurazione dell'ampliamento del Centro Lef di San Vito al Tagliamento, il ministro sottolinea così che per il nuovo anno scolastico il governo è preparato non solo al via a settembre in presenza, ma «anche nei confronti di possibili rischi». Il passaggio fondamentale è però la coscienza del salto post-pandemia che dobbiamo fare: «Il Pnrr non è semplicemente avere soldi in più dall'Europa, ma la coscienza di dove dobbiamo andare: verso un Paese in cui l'educazione serva per approfondire le nostre competenze per la fase che dobbiamo vivere». Nello specifico, dice Bianchi, «dobbiamo rafforzare le conoscenze di base lavorando già dalla fase 0-6 anni, sulla scuola primaria che è quella che ha tenuto meglio, lavorando sui cicli produttivi, su tutti i cicli educativi e su tutti i cicli sociali» sottolinea il ministro. 

Il problema non è la Dad: «Dire che la colpa è sua è solo lenitivo del dolore, una sorta di autoassoluzione. La Dad ha esasperato problematiche che c'erano anche prima: una parte del Paese, il 40% dei ragazzi non raggiunge lo standard internazionale. Rimuovendo la Dad non rimuoviamo i nostri problemi. Certo dobbiamo essere in presenza, ma con una partecipazione diversa: partecipazione a quel processo di cambiamento della didattica. E qui si apre una battaglia tra i riformatori e chi invece difende soltanto vecchi privilegi. Io sono pronto».

«I diritti dei cittadini si determinano insieme al dovere inderogabile della solidarietà: davanti ai grandi cambiamenti non ci si salva da soli. Cominciamo una fase ardua, in cui generalmente ci si rilassa, una volta usciti da una pandemia: ma è qui che parte la vera sfida. Il Pnrr deve dimostrare che siamo capaci non solo di investire e di attuare, ma dobbiamo dimostrare di essere un grande Paese che non lascia indietro nessuno ma pretende di andare avanti, con la scuola al centro come motore». E' la Costituzione che ha in mente il ministro della Pubblica istruzione Patrizio Bianchi, come lui stesso ha spiegato nell'idea di formazione dei giovani, intervenendo all'inaugurazione del Lef. «Mi sono domandato spesso cosa permette a un territorio/Paese di crescere: non sono finanza, materia prima, tecnologia, ma la capacità umana di sentirsi responsabili del proprio territorio, il dovere di sentirsi pionieri, di essere solidali. Abbiamo il dovere di dimostrare che l'industria è il nervo solido della nostra tradizione;: abbiamo l'obbligo di essere riformisti ma abbiamo anche l'obbligo di non essere soli», ha proseguito.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
19/07/2021 13:56:49


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