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Morto il teologo svizzero Hans Kung

Le sue posizioni teologiche e morali spesso critiche verso la dottrina della Chiesa cattolica

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È morto il teologo svizzero Hans Küng. Lo studioso, noto a livello internazionale soprattutto per le sue posizioni teologiche e morali spesso critiche verso la dottrina della Chiesa cattolica - rifiutava il dogma dell'infallibilità papale - è scomparso oggi all'età di 93 anni nella sua casa di Tubinga, in Germania, come annunciato dalla Fondazione Weltethos da lui fondata. La Pontificia Accademia per la Vita lo omaggia definendollo «una grande figura. Le sue idee devono fare sempre riflettere». Il Projekt Weltethos (Global Ethic Institute) piange «la perdita del suo ispiratore e fondatore, Hans Küng. Ma il lavoro della sua vita continuerà. È un onore per noi e resta nostro mandato continuare le idee e l'impegno di Hans Küng per i valori, la responsabilità globale e il dialogo». Nato a Sursee il 19 marzo 1928, presbitero e saggista, è stato uno dei teologi più rinomati al mondo. Negli ultimi 30 anni, ricorda Katholisch.de, Küng è stato particolarmente impegnato nel dialogo tra le religioni del mondo, in particolare nel Global Ethic Project. Ha ricevuto molti premi, tra cui oltre una dozzina di dottorati onorari. La Pontificia Accademia per la Vita scrive su Twitter: «Scompare davvero una grande figura nella teologia dell'ultimo secolo, le cui idee e analisi devono fare sempre riflettere la Chiesa, le Chiese, la società, la cultura». Küng si dedica allo studio della storia delle religioni, in particolare quelle abramitiche, e alla cooperazione tra le fedi attraverso il riconoscimento dei loro valori comuni. La grande fama internazionale di Hans Küng si deve ai contrasti con la Chiesa di Roma, al suo rifiuto dell’infallibilità papale e a prese di posizione considerate eterodosse. Il professore dell'Università di Tubinga viene ritenuto il capofila della teologia del dissenso, definito teologo «ribelle». Nel 1975 viene richiamato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede per le sue affermazioni antidogmatiche. I toni della contestazione teologica si inaspriscono, e l’ex Sant’Uffizio il 18 dicembre 1979 gli revoca la missio canonica, ossia l'autorizzazione all'insegnamento della Teologia cattolica. Küng attacca il pontificato di Karol Wojtyla, in particolare per la «restaurazione dello status quo ante Concilium, a impedire le riforme, al rifiuto del dialogo intra-ecclesiastico e al dominio assoluto di Roma: Giovanni Paolo II predica i diritti degli uomini all'esterno ma li ha negati all'interno, cioè ai vescovi, ai teologi e soprattutto alle donne». E diventeranno celebri le dispute teologiche con Joseph Ratzinger, ex collega universitario e amico. Nel 2013 Kung dice invece di sentirsi in sintonia con papa Francesco, con cui «è rinata la mia speranza nella Chiesa».

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
07/04/2021 13:58:58


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