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Città di Castello: interrogazione su aperture e chiusure dei negozi nel periodo natalizio

L'hanno presentata i gruppi Pd e Castello Cambia

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“Tra dicembre e gennaio abbiamo appreso il grido di allarme di alcuni esercenti appartenenti a diverse sedi commerciali per una disparità di trattamento relativamente alla chiusura” ha detto il consigliere del PD Letizia Guerri, presentando un’interrogazione in proposito. “Tutti sappiamo le difficoltà che affrontano tutte le attività economiche del comune e che nel tempo hanno rispettato tutte le norme Anticovid. Però la situazione è ed è stata dura specialmente nel periodo natalizio, quando la Regione Umbria ha disposto la chiusura delle attività commerciali nel fine settimana. Anche per questo è necessario garantire parità di trattamento sia per le questioni economiche che sanitarie. Sempre dalla stampa abbiamo appreso un intervento del comandante della Polizia municipale Joselito Orlando in cui dava conto di un’interlocuzione del Prefetto di Perugia sul regime di apertura e chiusura dei negozi. A seguito di questo, si è determinata una situazione che va chiarita e sulla quale non possono esserci dubbi. Vogliamo sapere i contenuti dell’interlocuzione con il Prefetto, se verbale o ufficiale, l’iter della procedura adottata dalla Polizia, per la delicatezza della questione chiediamo di parlarne con urgenza in commissione Programmazione”.

Anche Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, di seguito ha illustrato la sua interrogazione, di argomento simile: “Alcuni operatori commerciali hanno protestato e hanno segnalato assembramenti e comportamenti non consoni alle prescrizione dei DPCM, mancanza di controllo sui contingentamenti. La quesitone è anche che cosa si considera centro commerciale e questo nodo potrebbe portare a contenziosi. C’è poi la minaccia dei commercianti del Centro Commerciale Il Castello di chiudere per i danni economici determinati dalla chiusura in un mese centrale come dicembre. L’Amministrazione dovrebbe verificare meglio con gli interessati e capire quali, se ci sono, le soluzioni per evitare conseguenze legali”.

Il sindaco Luciano Bacchetta ha detto: “La vicenda ha risvolti umani toccanti, non è stato e non è né semplice né facile decidere. C’è una parte relativa alle discipline commerciali e quella più sanitaria. L’ipotesi di assembramenti è sempre incombente. Comune e Vigili urbani hanno lavorato molto e da più parti è venuta una lamentela anche per gli eccessivi controlli sugli esercizi aperti in tutto il territorio. Vorrei anche aggiungere che il centro commerciale Il Castello è nato all’interno di una pianificazione quando io ero assessore al Commercio, improbabile che oggi sempre io lo penalizzi”. Joselito Orlando, Comandante della Polizia municipale di Città di Castello, ha spiegato che “Tra novembre e dicembre sono intervenuti provvedimenti governativi con restrizioni e prescrizioni: il DPCM di novembre imponeva delle misure, che la Regione Umbria ha aggravato con chiusura domenicale di tutti, compresi gli alimentari fino al 4 dicembre 2020. Il DPCM di dicembre ha spiegato che oltre i centri commerciali dovevano chiudere anche le strutture ad essi assimilabili, tra questi le aggregazioni. Fino a questo DPCM solo i centri commerciali erano tenuti a chiudere nei festivi e prefestivi.  Abbiamo fatto controlli specialmente nel primo impatto della normativa e sono stati elevati dei verbali. Prendendo contatti con il Prefetto di Perugia per adottare un criterio uniforme e capire meglio l’orientamento delle massime autorità provinciali su equiparazioni unità commerciali, il Prefetto ha fornito indicazioni che sono state comunicate nella nota di sabato 12 dicembre 2021. Alla luce del DPCM 3 dicembre la chiusura deve interessare solo i centri commerciali e non vi rientrano esercizi di vicinato, le medie e le grandi strutture di vendita. Con una pec ho comunicato al Prefetto che sarebbe stata rispettata questa linea. Per quanto riguarda Il Castello: è un centro commerciale a differenze di altre strutture come il Trony che pur essendo inserite nel contesto Porta dell’Umbria non sono centro commerciali”. Il sindaco ha aggiunto: “Gli operatori chiedono che vengano chiuse anche altre attività, non mettono in discussione la loro chiusura. Hanno fatto ricorso al TAR. Il Comandante inizialmente ha dato un’interpretazione restrittiva tutti, fino a quando un dirigente della Prefettura non ci invitò alla cautela perché alcune attività non erano equiparabili al centri commerciali. Abbiamo parlato con il Prefetto direttamente e il risultato è il comunicato. Io stesso ho riparlato con il Prefetto. Pensate che vogliamo veramente penalizzare il centro Il Castello rispetto ad altri? E’ triste che il punto sia fare chiudere tutti, non fare aprire tutti. E’ anche indicativo della situazione drammatica in cui ci troviamo. Sarà dura ricostruire l’economia dopo il Covid. Vediamo cosa accadrà con il ricorso al Tar. Sarebbe una vittoria comunque di Pirro perché sarebbero tutti chiusi”. 

 

Mirko Pescari, capogruppo del PD, ha detto: “Fermo restando che lo zelo è collettivo. La situazione del commercio è complicata ed è compito dell’amministrazione comunale prendersi carico di queste problematiche. Molti operatori si sono sorpresi del comportamento del comune e hanno chiesto di fare chiarezza per ribadire l’uguaglianza di trattamento dentro il territorio. Ben venga la ricostruzione del comandante Orlando, fermo restando che qualche dubbio sulla interpretazione normativa e sulle modalità rispetto a questioni così importante. Non può essere una dichiarazione verbale che può far cambiare la linea della Polizia municipale. Siccome al comune di Magione, la Prefettura ha inviato una nota con un’interpretazione del tutto opposta, chiedo un approfondimento con i Servizi Commercio e Polizia in Commissione Programmazione per fugare ogni dubbio”. Vincenzo Bucci ha aggiunto: “Capisco che le decisioni sono state sofferte ma hanno determinato regimi diversi. Un centro è stato agevolato ed un altro ha avuto conseguenze pesanti. Se ci sono state interpretazioni diverse della Prefettura sarebbe grave e non facilitano l’approccio alla problematica. Anche noi abbiamo chiesto una Commissione: è utile, è possibile? Dalla documentazione che abbiamo c’è una difficoltà oggettiva con gli interessi che questi operatori rappresentano. In prima istanza era stata scelta una chiusura di tutte le strutture, l’inserimento della Prefettura è legittimo o no? Di certo il sistema è stato messo in crisi. Spero che si arrivi a interlocuzioni che possano migliorare la gestione dato che l’aspetto economico è pesante”. Il sindaco ha aggiunto: “Non parliamo di filosofia ma di legge: i negozi aperti sono centro commerciale o no? Questo è l’unico punto dirimente. Quelli aperti non lo sono, ognuno ha la propria vicenda. Tenerli chiusi è un abuso di potere”. Massimo Minciotti, consigliere del PD e presidente della Commissione Programmazione, si è detto disponibile a convocare la Commissione.

Redazione
© Riproduzione riservata
28/01/2021 14:14:20


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