Levata di “no” contro il piano per smaltire i rifiuti radioattivi
“Non vogliamo diventare la discarica d’Italia”
«Dobbiamo ancora valutare bene quel documento, ma ho già chiamato i parlamentari del territorio: o ci difendono loro o diventiamo la discarica d’Italia». Ed Enzo Daniele, sindaco di Sezzadio, di discariche se ne intende: da anni combatte a colpi di Tar e sentenze del Consiglio di Stato contro il progetto Riccoboni a Cascina Borio. «Qui bisogna decidere – dice – se vogliamo diventare il bidone dell’immondizia italiano, ma questo lo possono decidere enti superiori ai Comuni, la Provincia, la Regione e i parlamentari».
A questi ultimi i sindaci hanno telefonato, sentendo ognuno quello del partito di riferimento, mentre con la Provincia di Alessandria saranno in collegamento domani 7 gennaio tutti i sindaci per capire come affrontare la situazione. La scelta dei siti che potrebbero diventare sito di stoccaggio pare preveda oneri di compensazione, una contropartita «e poi intanto che prendiamo i soldi la gente muore» dice ancora Daniele, che ha anche un’idea sul perché in Piemonte il territorio alessandrino abbia ben sei siti possibili: «Siamo terreno ricco di cave e future cave, qui a Sezzadio si stanno facendo tante cave che sono buchi per buttarci dentro qualcosa. Ne ho una proprio sotto casa mia».
Se Daniele ha nella sua rubrica Federico Fornaro, capo gruppo Leu che ha contattato ieri, Lino Pettazzi, primo cittadino di Fubine e deputato della Lega, non ha dovuto fare molto. Riccardo Molinari, suo capogruppo alla Camera –, è andato giù pesante: «Su un tema così importante e delicato, per le sue implicazioni sia in termini di sicurezza che di ricaduta economica sui territori, il governo decide di notte, quasi in clandestinità, evitando qualsiasi confronto, mentre tutti i riflettori sono puntati su pandemia e crisi politica: l’ennesimo atto di arroganza ai danni di territori e cittadini».
Si esprime con toni meno duri il sindaco Pettazzi: «Stiamo valutando come agire, intanto avremo una videoconferenza con la Provincia. Noi siamo coinvolti con Quargnento, più per quanto riguarda il territorio di quel Comune che nel nostro, ma in questo caso la vicinanza è esigua e preoccupa la popolazione. Ho gà ricevuto diverse telefonate di persone preoccupate».
Una delle telefonate sarà stata sicuramente dalla collega sindaca di Quargnento, Paola Porzio: «Sono sconfortata e sorpresa, analizzeremo tutte e le carte e faremo tutto il necessario per tutelare il territorio». L’analisi dei documenti è prioritaria anche per Francesco Gazzaniga, sindaco di Bosco Marengo, che ne sa di siti nucleari: «Abbiamo qui un deposito temporaneo, bonificato, il Piemonte è sede di quattro centrali. Era quasi scontato che si arrivasse a questo, si deve essere sicuri che un sito unico non sia un pericolo ulteriore: voglio leggere i documenti».
Commenta per primo.