Rubrica Lettere alla Redazione
Perché trattare così male le tabacchine?
Un sito assolutamente inadatto per onorare la memoria delle gloriose lavoratrici del tabacco
Nell’ormai lontano 1998 inoltrai, in qualità di segretario del partito di cui allora facevo parte, la richiesta d’intitolazione di una via alle “Tabacchine”, le lavoratrici della Fattoria autonoma tabacchi (FAT), le quali hanno innegabilmente rappresentato un fenomeno sociale ed economico di notevoli proporzioni per il territorio alto tiberino: si dice che l’azienda avesse avuto alle sue dipendenze fino a un massimo (anni ’50) di circa millecinquecento operaie…
La Commissione Toponomastica, il sei dicembre 2000, approvò l’intitolazione proprio di “via delle Tabacchine da individuare all’interno dell’area ex FAT”, come, del resto, da me formalmente richiesto.
Dopo molti anni, non avendo l’Amministrazione comunale ancora provveduto alla concreta individuazione della via, la Commissione consiliare competente, in seguito alle sollecitazioni, è ritornata sull’argomento e, il trentuno ottobre 2018, ha stabilito di intitolare alle Tabacchine una piazza ‒ e non una via ‒ nell’area dove un tempo sorgevano la sede e i capannoni dell’opificio. Una via con rilevanza toponomastica è stata, invece, intitolata a Silvio Donadoni. Ho molto riflettuto, ma non sono in grado di comprendere le ragioni di questo “gioco di prestigio” della Commissione. Doveri di partito? Ma una via era stata approvata e una via sarebbe dovuta essere.
Intanto posso tranquillamente affermare che è un arido spiazzo, non una piazza; anzi, per la precisione, non è altro che la piattaforma (solaio) di copertura di un parcheggio interrato in cui, fin d’ora, sono riscontrabili brutti segni di degrado materiale e morale; inoltre, non ha nessuna rilevanza toponomastica poiché, tale area, non include civili abitazioni o negozi con i relativi numeri civici.
Tra l’altro, lo spiazzo è ormai chiamato comunemente dai cittadini “piazza dell’Archeologia” ed è una denominazione assai appropriata a motivo degli, invero modesti, reperti romani emersi qualche decennio fa dagli scavi. Un sito assolutamente inadatto, dunque, per onorare e perpetuare la memoria delle gloriose lavoratrici del tabacco, patrimonio inestimabile della città. Al contrario, e paradossalmente, servirà a sminuirne o dissolverne il romantico ricordo.
Ho scritto inutilmente ulteriori due lettere con l’intento di far modificare, in senso più ragionevole e amministrativamente corretto, la decisione della Commissione consiliare.
Niente. Hanno deciso di intitolare la descritta area alle “Tabacchine” ignorando anche la relazione, e le puntuali indicazioni in essa contenuti ‒ coincidenti peraltro con le mie osservazioni ‒ formulate dal Funzionario comunale responsabile della toponomastica. Debole, molto debole, dunque, è l’amore dei nostri politici per la città.
Il 18 dicembre scorso ho fatto appello in forma scritta, con dovizia di allegati, alla Prefettura di Perugia ‒ competente ai sensi dell’art. 1 della Legge 23 giugno 1927, n° 1188 ‒ per un severo controllo di legittimità e di merito. I cittadini tifernati certamente gradirebbero il meglio (una via significativa) per le loro “Tabacchine”. La soluzione adottata a me pare inappropriata, se non addirittura indecente.
Francesco Grilli
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