Israele in ginocchio per il Covid: quasi 300mila contagi e ospedali nei parcheggi
Il Paese è lockdown da due settimane e si va verso il prolungamento
L’epidemia Covid-19 continua a crescere in Israele, nonostante il secondo lockdown totale deciso due settimane fa e che con tutta probabilità sarà prolungato. La chiusura è stata decisa in concomitanza con le festività autunnali e ha evitato un’esplosione incontrollata. I contagi totali sono comunque saliti a 280 mila, le vittime a 1780. Adesso è il numero dei pazienti in terapia intensiva, oltre 900, a preoccupare. Di questo passo nel giro di qualche settimana gli ospedali non saranno più in grado di curare tutti. E’ una corsa contro il tempo ad allargare i reparti e ad assumere nuovi infermieri. Ad Haifa è stato realizzato un nuovo ospedale in un parcheggio sotterraneo, in previsione di un’ondata di pazienti gravi.
Ci sono però anche alcuni segnali che fanno sperare. Il lockdown ha ridotto il tasso di positività generale dal 15 al 12 percento, anche se rimane molto elevato fra gli ultra-ortodossi, al 25 per cento. Il premier Benjamin Netanyahu spinge per un prolungamento della chiusura totale, ma insiste anche sul divieto di allontanarsi di più di 200 metri da casa, una misura che stroncherebbe le manifestazioni di protesta. Da mesi i manifestanti si riuniscono nelle principali città e davanti alla sua residenza a Gerusalemme per chiederne le dimissioni. Nel weekend, a Tel Aviv, la polizia ha utilizzato anche cariche a cavallo per disperderli e suscitato l’indignazione del co-premier Benny Gantz, che rappresenta l’ala centrista del governo.
Sul fronte opposto dello schieramento politico ci sono i cittadini che chiedono invece l’allentamento delle misure anti-Covid. L’ala destra del governo spinge per riaprire le attività. I più decisi sono il ministro delle Finanze Israel Katz e quello dell’Economia Amir Peretz, preoccupati soprattutto per le piccole imprese nel commercio e nei servizi, che rischiano il collasso. Israele ha superato bene la prima ondata, con un numero molto limitato dei decessi, ma ha pagato le chiusure con l’esplosione dei disoccupati, in un mercato del lavoro molto elastico, simile a quello americano. Il tasso di disoccupazione è passato dal 4 al 25 per cento, per poi scendere sotto il 12 per cento durante l’estate.
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