Conte: “Non mi sentivo in bilico ieri non sono inamovibile oggi”
Il premier al Welfare index 2020 apre alle richieste del Pd sui decreti sicurezza
«Non mi sentivo in bilico ieri, non sono inamovibile oggi». Giuseppe Conte, la mette così. Augura buon lavoro ai governatori, e si dice «soddisfatto» per l’esito del voto. Poi apre sui decreti sicurezza, «vanno fatti al più presto», ma frena sul rimpasto, perché si dice «contento per la squadra coesa» con la quale lavora. Insomma, quello che appare al «Welfare index 2020» è un Conte sicuro, deciso a far valere le proprie ragioni; e a chi gli fa notare che Zingaretti ha fretta, spinge sull’acceleratore parlando di «fase nuova» replica secco: «Anch’io ho fretta». Bisogna correre, insomma, velocizzare per rilanciare il Paese. Poi, sul palco della manifestazione la sua attenzione è tutta per le imprese, per la produttività, la resilienza delle «pmi in quest’anno durissimo per il nostro Paese». E’ su questo che il premier Conte ripone tutta l’attenzione nel suo intervento. Il capo del governo parla di Recovery fund, «per reinventare il Paese» e si è detto sorpreso per la reazione delle imprese nell’emergenza coronavirus e il conseguente lockdown. Poi, sul palco della manifestazione la sua attenzione è tutta per le imprese, per la produttività, la resilienza delle «pmi in quest’anno durissimo per il nostro Paese». E’ su questo che il premier Conte ripone tutta l’attenzione nel suo intervento. Il capo del governo parla di Recovery fund, «per reinventare il Paese» e si è detto sorpreso per la reazione delle imprese nell’emergenza coronavirus e il conseguente lockdown. Perché questue due vicende dice Giuseppe Conte «hanno avuto un impatto impensabile sulle imprese italiane ma quello che mi ha sorpreso è la reattività delle nostre aziende, in particolare le Pmi e anche quelle più grandi, che hanno organizzato lo smart working». In questa fase – osserva Conte – «nemmeno le attività formative non si sono fermate, e questa è stata una sperimentazione molto efficace per proseguire in questa direzione». Ora però, scandisce il capo del governo dal palco che lo ospitava – «dobbiamo essere più ambiziosi, abbiamo la possibilità di farlo. Le risorse finanziarie che l'Ue ci ha messo a disposizione, 209 miliardi, ci consentiranno di essere ambiziosi nel traguardo di reinventare una normalità, migliorare quella precedente, reinventare il nostro Paese, ripensare le vecchie categorie». La sostenibilità, infatti, chiarisce nel suo intervento, «perseguire un ambiente quanto più favorevole e profittevole per i lavoratori, tenere conto delle ricadute sul piano sociale delle iniziative di impresa deve fare parte integrante del nostro patrimonio. L'Italia ha questa particolare vocazione: non c’è crescita solo affidata al Pil, a indici monetari ed economici, senza sviluppo ambientale, sociale e sostenibile».
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