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Aveva esultato alla morte di Willy: identificato l'autore del post, è un 23enne di Treviso

«Come godo che avete tolto di mezzo quello scimpanzè», ha scritto

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Aveva esultato all'uccisione del giovane Willy – massacrato di botte a Colleferro – nascondendosi dietro un profilo finto. Ma è stato smascherato dalla Polizia postale che lo ha identificato e denunciato. È un 23enne residente a Treviso l'autore del post pubblicato subito dopo la morte del ragazzo divenuto simbolo di coraggio e altruismo: «Come godo che avete tolto di mezzo quello scimpanzè», aveva scritto lo studente universitario, esperto di informatica, scatenando l’indignazione collettiva. Aveva anche definito «eroi» gli assassini di Monteiro Duarte che secondo il suo pensiero delirante hanno avuto il «merito» di uccidere una persona di colore definita con grande disprezzo uno «scimpanzè». Il tutto postando anche una foto condivisa da Gabriele Bianchi, uno dei quattro arrestati per il pestaggio di Willy.

Aveva anche aggiunto: «Inutile segnalare il post che metto - ha scritto ancora sul profilo - tanto ne ho già messi così tanti visibili solo a me che ogni volta che vengono cancellati ricompaiono». E poi aveva fatto un passo indietro evidentemente non ritenuto credibile dagli investigatori: «Denuncerò alcune persone che hanno divulgato il mio indirizzo di Facebook. Quello che ha scritto il post non ero io ma dei miei amici che avevano in mano il mio telefono, io mai oserei pensare certe cose, non è giusto che mi prenda certe responsabilità per due str...»

Il profilo fake
Si sentiva al sicuro dietro quel personaggio creato ad arte sui social prendendo a prestito il nome di Manlio Germano, personaggio cinematografico interpretato da Claudio Amendola nel film «Caterina va in città» diretto da Virzì. Aveva fatto anche credere di essere un tifoso del Latina Calcio per sviare ogni ricerca e ricondurre i suoi deliranti messaggi nel territorio laziale. Immediatamente la società aveva preso le distanze da questo fantomatico tifoso: «La società Latina Calcio 1932 Ssd Arl comunica di non aver mai avuto nessun tipo di rapporto con l’utente ed esprime il proprio dissenso su qualsiasi affermazione e comunicazioni fatte finora. Nel contempo esprime un vivissimo cordoglio verso la famiglia del giovane Willy».

Una maschera virtuale che gli permetteva di agire indisturbato sulla rete per esprimere tutto il suo odio razziale senza pagarne le conseguenze. Utilizzando sofisticate tecniche di anonimizzazione con cui riusciva a connettersi ai social network  attraverso provider esteri, eliminando ogni traccia personale.

Le indagini
Ma la sua attività illecita e condannabile senza appello non è durata a lungo. Il profilo  Facebook, nel quale c'era anche una foto con il logo di Fratelli d’Italia, è stato cancellato ma questo non ha impedito alla Polizia postale di Roma e di Latina che non ha perso tempo. E ha subito avviato un'indagine minuziosa per risalire all'autore dei post. Usando tecniche avanzate di analisi informatica sono riusciti passo dopo passo a ricostruire il traffico telematico. E sono arrivati a rintracciarlo in un albergo di Firenze grazie alla collaborazione degli operatori specialisti toscani. Il giovane informatico è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina. Ora rischia fino a 8 anni di carcere.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
19/09/2020 13:54:36


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