Il coronavirus spinge il Regno Unito in recessione: il Pil cala del 20,4%
Sono oltre 220 mila i nuovi disoccupati: è il peggior dato dal 2008
Con i dati del Pil del secondo trimestre che ha segnato un calo del 20,4% sull'onda delle misure di lockdown per contrastare l'epidemia di coronavirus il Regno Unito è entrato ufficialmente in recessione . E' la flessione trimestrale più forte da quando il governo ha cominciato a raccogliere questi dati in modo sistematico nel 1955. Secondo quanto riporta la Bbc sui dati dell'ufficio statistico nazionale, si tratta della prima recessione dalla crisi finanziaria del 2008. Nel primo trimestre il Pil era sceso del 2.2%.
I dati ufficiali mostrano poi che il numero di persone occupate nel Regno Unito è diminuito di 220.000 unità nei tre mesi successivi alla chiusura del paese a causa della pandemia di coronavirus: gli occupati sono scesi in totale a 32,92 milioni. Finora, la Gran Bretagna è stata parzialmente risparmiata dal forte aumento della disoccupazione registrato negli Stati Uniti a causa del Coronavirus Job Retention Scheme del governo, che paga la maggior parte degli stipendi dei lavoratori che non sono stati licenziati. Ma le aziende sono scettiche sulle prospettive future e la disoccupazione rischia di aumentare notevolmente verso la fine di quest'anno, quando il programma di sostegno ai lavoratori si concluderà. Intanto l'economia britannica a giugno è però cresciuta dell'8,7% su base mensile. "L'economia ha iniziato a riprendersi a giugno con la riapertura dei negozi, le fabbriche che hanno iniziato a incrementare la produzione e l'edilizia residenziale continua a riprendersi", ha affermato lo statistico Jonathan Athow.
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