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Acqua: Pd e Lega fermano la ripubblicizzazione

Bloccata la proposta di legge di Toscana a Sinistra, resta disatteso il referendum del 2011

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Un accordo fra PD e Lega, con un escamotage che ha messo d’accordo ancora una volta maggioranza e opposizione di destra, ha impedito il voto sulla proposta di legge per la ripubblcizzazione del servizio idrico integrato presentata da Toscana a Sinistra che era all'ordine del giorno dell’ultima seduta consiliare della X legislatura. “L’atto attendeva di essere discusso da tre anni ma i consiglieri regionali di PD e Lega hanno annunciato, di comune accordo, di non voler partecipare al voto della legge per ripubblicizzare l’acqua, facendo così mancare il numero legale proprio al momento dell’alzata delle mani sull’ultimo atto dell’ultima seduta della legislatura”, denuncia Tommaso Fattori, candidato presidente della Regione per Toscana a Sinistra e primo firmatario della proposta di legge, presentata assieme al collega Paolo Sarti e alla consigliera Monica Pecori. “Un pessimo modo per chiudere questi 5 anni, tradendo la volontà popolare espressa con il referendum del 2011 attraverso l’ennesimo accordo Lega-PD”, ha aggiunto Fattori. “L’acqua è un bene comune, non una merce da cui trarre profitti e per questo ribadiamo ancora una volta che la sua gestione dev’essere pubblica, partecipativa e avere finalità sociali e ambientali. Da Parigi a Napoli si è ripubblicizzato il servizio idrico, perché in Toscana non possiamo chiudere per sempre la stagione delle società per azioni e restituire la gestione a soggetti pubblici?” - si chiede Fattori -. “Eppure il fallimento del modello privatistico di gestione dell’acqua in Toscana per mezzo di società di capitali è sotto gli occhi di tutti. Le tariffe sono le più care d’Italia, gli investimenti sono ampiamente sotto il necessario e sempre inferiori rispetto a quanto previsto nei piani di ambito e quindi pagato dalle tariffe dei cittadini. Le perdite di rete sono enormi, persino aumentate negli ultimi cinque anni, per non dire dei chilometri di tubature in amianto da sostituire quanto prima. Allo stesso tempo, beffa delle beffe, le società dell’acqua toscane fanno decine di milioni di profitti l’anno, in larga parte distribuiti sotto forma di utili agli azionisti”.
La proposta di legge di Toscana a Sinistra prevedeva l’istituzione di un “fondo per la ripubblicizzazione” e di un “fondo di garanzia” per sostenere il subentro delle aziende speciali alle Spa, al termine delle concessioni. “La via più semplice e meno onerosa – ha spiegato Fattori - sarebbe quella di giungere alla fine delle attuali concessioni dando ai soci uscenti soltanto la quota degli investimenti non ammortizzati, ma in questi anni si è continuato a prorogare le concessioni. Il che tradisce l’assoluta non-volontà di ripubblicizzare il servizio, neppure in prospettiva”. La pdl stabiliva anche il superamento dell’Ato unico regionale e dell’Autorità idrica Toscana prevedendo una forma localizzata di governo, indirizzo e gestione del servizio idrico legata ai bacini idrografici, ai territori e ai loro abitanti con forme di partecipazione dei lavoratori del servizio e delle comunità locali. “Il pubblico è stato troppo spesso lottizzato e burocratizzato, noi vogliamo un nuovo modello di gestione pubblica che sia trasparente e partecipata da parte della cittadinanza, dei comitati dell’acqua, delle associazioni ambientaliste e delle associazioni dei consumatori, oltre che dai lavoratori del servizio stesso. Un modello virtuoso e ottimale proprio perché ritagliato sui bacini idrografici.”
“La battaglia per l’acqua non è solo contro le tariffe alte e contro i gruppi privati che fanno profitti sulla gestione di un bene vitale, è innanzitutto una battaglia di civiltà – ha concluso Fattori – e lo scopo della nostra proposta di legge è quello di preservare, anche per le future generazioni, un bene comune in pericolo a causa dell’inquinamento, dei cambiamenti climatici e dei prelievi eccessivi. E pensiamo che ogni territorio sia chiamato a fare la sua parte per assicurare l’accesso all’acqua potabile a chi oggi, nel resto del pianeta, ne è privo. Per questo la legge prevedeva anche un fondo di solidarietà internazionale destinato a progetti per portare acqua a chi non ne ha”.
Tommaso Fattori è stato fra i promotori del vittorioso referendum del 2011 per la ripubblicizzazione del servizio idrico e fra i fondatori del Forum toscano e del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, che in oltre dieci anni hanno elaborato ben tre proposte di legge d’iniziativa popolare per la gestione pubblica e partecipativa dell’acqua, due regionali (in Toscana nel 2005 e in Lazio nel 2013) e una nazionale, nel 2007.

Redazione
© Riproduzione riservata
04/08/2020 17:39:34


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