Consip: rivelazione di segreto d’ufficio, a giudizio Luca Lotti
A processo anche il generale dei Carabinieri Saltalamacchia
Vanno a processo anche per rivelazione del segreto d’ufficio l’ex ministro Luca Lotti e il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, imputati già per favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta Consip. La decisione del gup di Roma, Nicolò Marino è arrivata oggi. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi, titolare del fascicolo, avevano chiesto il non luogo a procedere per i due in relazione a questo reato.
Il processo è fissato al prossimo 13 ottobre, in quella data i giudici della ottava sezione collegiale, davanti ai quali si celebra il procedimento principale che vede Lotti e Saltalamacchia già imputati insieme ad altri, dovranno unificare i processi. Per l'accusa di rivelazione del segreto d'ufficio la procura lo scorso anno aveva chiesto l'archiviazione alla quale il gip Gaspare Sturzo si era opposto chiedendo una proroga di indagine. «E' una decisione che sorprende, speriamo di avere maggiore fortuna davanti ai giudici della ottava collegiale», ha commentato l'avvocato Franco Coppi, legale di Lotti.
Nel respingere la richiesta di archiviazione della procura, il gip Sturzo, aveva disposto nuove indagini tra gli altri anche su Tiziano Renzi, padre dell'ex premier e leader di "Italia Viva", indagato per traffico di influenze illecite. La procura dovrà proseguire le indagini anche sull'imprenditore Carlo Russo (turbativa d'asta), sull'imprenditore Alfredo Romeo (corruzione e traffico d'influenze illecite), sull'ex parlamentare del Pdl Italo Bocchino (corruzione, traffico d'influenze e turbativa d'asta), l'allora ad di Grandi stazioni Silvio Gizzi (turbativa d'asta), sull'ex ad di Consip Domenico Casalino (turbativa d'asta) e sul dirigente Francesco Licci (turbativa d'asta). I pm della Capitale avevano rinnovato la richiesta di archiviazione dopo che il 25 luglio 2019 il gip Sturzo aveva respinto la prima richiesta.
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