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Quattro chiacchiere con Paolo Betti, titolare con i fratelli di una macelleria a Sansepolcro

"Contenti di aver dato un nostro contributo alla comunità nel momento più difficile"

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Una famiglia da sempre impegnata in questo settore e che quindi ha maturato una grande esperienza. Stiamo parlando di carni: a Sansepolcro, dopo la morte del padre, Sergio, sono i fratelli Paolo, Daniele (gemelli) e Stefano Betti a portare avanti la tradizione, con l’aiuto della madre Nadia. La Bottega delle Carni – così si chiama – esiste dal 1978 ed è una elegante macelleria nel contesto del centro storico biturgense, con un arredo che tiene in considerazione anche la storia della città. Siamo in via XX Settembre, a due passi da piazza Torre di Berta, in uno fra i luoghi più belli del Borgo. La macelleria ha ora ripreso la normalità dopo un periodo dell’emergenza particolare per tutti, come ricorda Paolo.

Betti, che cosa è stato per la vostra attività il periodo del lockdown?

“Un periodo di lavoro ridotto sostanzialmente al 50%, ma qualcosa abbiamo pur sempre fatto. La gente veniva ugualmente a far spesa, perché noi siamo rimasti aperti, anche se qualche pomeriggio abbiamo dovuto chiudere per mancanza oggettiva di persone in giro. Non è cambiata la tipologia di spesa, ma la frequenza dei nostri clienti: al fine di rimanere il più possibile in casa e quindi di limitare al massimo le uscite, c’era chi veniva a fare spesa per due volte e poi lo rivedevi dopo cinque giorni, invece che dopo due”.

Durante l’emergenza, anche voi avete dato il vostro contributo alla comunità. Quali sono state le iniziative che avete messo in piedi?

“Intanto, abbiamo più spesso portato la spesa a domicilio: lo facevamo in qualche modo anche prima, ma in questo caso io e i miei due fratelli ci siamo divisi i compiti, andando a fare consegne anche a Gricignano e San Giustino. Abbiamo poi contribuito alla preparazione dei pacchi alimentari con soprattutto carne di pollo, che confezionavamo qui in negozio e data a prezzi bassi. In totale, nel momento del bisogno, abbiamo garantito intorno ai 250-260 chilogrammi di carne e ci ha fatto piacere dare il nostro contributo”.

L’applicazione dei protocolli in macelleria?

“A parte il discorso mascherine e distanziamenti, provvediamo con tempestività alla sanificazione del locale, nel quale non possono entrare più di due persone per volta. Voglio però sottolineare l’assoluta disciplina che caratterizza chi viene da noi: le direttive impartite dal governo vengono sempre rispettate e non vi è mai stato finora alcun problema”.

La vostra macelleria è situata proprio nel cuore di un centro storico di Sansepolcro che da tempo è oggetto di dibattito. Non è più vitale come un tempo, si tenta di fare qualcosa, ma salvo sporadiche circostanze non “pulsa” più come eravamo abituati a notare. Cosa si può fare, allora?

“Prendiamo intanto per positivo il fatto che adesso si sta rivedendo in giro gente proveniente anche da fuori, però è inutile negare l’evidenza: è un centro storico che ha perso molto. Le iniziative che vengono organizzate sono lodevoli, ma alla fine producono poco. Una proposta? Vista la comodità assoluta che oggi ci caratterizza, per cui siamo insofferenti anche nel percorrere venti metri in più a piedi, bisognerebbe ripristinare la sosta per le auto in piazza Torre di Berta, magari limitata a una decina di box: lo so, ciò che sto dicendo può sembrare assurdo e provocatorio, ma purtroppo qualcuno ragiona con simili logiche”.

Preoccupato per un possibile ritorno del virus?

“No, perché credo che non si debba avere. Personalmente, ho smesso di seguire anche i telegiornali, perché da tutte le parti del mondo arrivano notizie poco incoraggianti e inoltre su questo virus dicono tutto e il contrario di tutto. Poi, magari, metti il naso fuori dal negozio e vedi che qualcuno non è così rispettoso delle regole. In altre parole, fa i suoi comodi. E allora? Dico soltanto che alla fine passerà, ma che ancora per un bel po’ di tempo dovremo convivere con questa situazione”.

Redazione
© Riproduzione riservata
11/07/2020 09:18:04


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