Angela Merkel sta dalla parte della globalizzazione... e di Biden
Trump è stato il presidente che ha tentato di privilegiare le logiche economiche interne
Le elezioni americane non influiscono solo sulle sorti degli Stati Uniti: anche gli equilibri geopolitici internazionali cambiano a seconda di chi vince. Angela Merkel è tra i leader politici che si dovranno confrontare con l’esito elettorale americano. E la Cancelliera sembra aver scelto il fronte da sostenere in vista dell’appuntamento di novembre. Non si tratta certo d’ingerenza politica, ma di semplice preferenza strategica. Molto del ragionamento di Merkel passa dalla diversa impostazione che i candidati alla Casa Bianca intendono promuovere nei rapporti commerciali con Pechino. Donald Trump, comunque vada tra qualche mese, verrà ricordato come il presidente che ha tentato di privilegiare le logiche economiche interne, con l’arcinota risalita statistica del tasso d’occupazione, a quelle della globalizzazione. Joe Biden, che punta ad inserirsi nella grande tradizione democratica, è una figura politica allergica ai confini, e dunque anche ai dazi doganali. La Germania di Angela Merkel è pienamente inserita nel contesto globalizzato. Gli States di Trump sono il principale sponsor dell’isolazionismo. Un’Europa centrata sui rapporti bilaterali – questa è l’idea di Trump per il Regno Unito di Boris Johnson, che concorda – non conviene alla Merkel, che preferisce fare da locomotiva trainante di un contesto economico più ampio. Ma questo è solo uno degli elementi per cui la Cancelliera non può che sperare che a vincere sia Biden. Fin qui abbiamo posto l’accento su aspetti macro-economici: esistono pure questioni molto più concrete.
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