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Il 38enne di Anghiari importunava compagna e figlia anche dopo la separazione

Dopo la nuova denuncia, è scattato l'allontanamento

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Aveva continuato a importunarle anche dopo la separazione, ma hanno finalmente trovato il coraggio di denunciarlo, potendo contare sull’eccezionale sostegno delle forze dell’ordine. Stiamo parlando della oramai ex compagna e della figlia minorenne del 38enne operaio di Anghiari, il ribattezzato “padre padrone” accusato di soprusi e violenze fisiche e morali, per il quale giorni addietro sono scattati i divieti di avvicinamento e di contatto anche telefonico nei loro confronti. Ma la storia non sarebbe finita con la denuncia di inizio maggio: alla fine dello scorso mese, con le due donne già trasferite da qualche settimana al sicuro in un Comune di un’altra regione, si sarebbero verificati gli episodi che hanno indotto il pm Julia Maggiore e il Gip Giulia Soldini a chiedere e a emettere i drastici provvedimenti di totale allontanamento. A parte il fatto che aveva continuato a disturbarle, beccandosi pure due multe per inosservanza delle disposizioni sul Covid-19, in una telefonata notturna l’uomo avrebbe manifestato alla figlia l’intenzione di suicidarsi, poiché non accettava di rimanere solo e quindi le rivoleva a casa a tutti i costi. La ex compagna, che fino all’ultimo aveva tentato di farlo ragionare con un atteggiamento conciliante (senza però riuscire a scardinare una mentalità tipicamente maschilista), lo avrebbe richiamato sempre al telefono e, non ricevendo risposta, si sarebbe rivolta ai carabinieri, invitandoli a recarsi nell’abitazione di Anghiari per controllare cosa facesse. I militari non lo avevano trovato, perché in realtà il 38enne – invece di mettere in atto il suo proposito – era di nuovo finito sotto l’attuale domicilio della donna e della figlia, strappando il cellulare alla prima e tentando di portarsi via la seconda. La madre, vedendo la sua bambina in pericolo, lo avrebbe strattonato e spostato verso l’auto, trovando in quel frangente un valido alleato nel cane, che avrebbe sferrato un morso nel fondoschiena dell’uomo, autore poi – così risulta - di una sorta di sceneggiata tendente soltanto ad amplificare le conseguenze dell’intervento dell’animale, costato alla donna una sanzione che lei ha pagato probabilmente anche con soddisfazione. Il giorno seguente, l’operaio anghiarese era ancora in zona e allora la ex convivente – anche lei sulla trentina e difesa dall’avvocato Lucio Massimo Zanelli – si è decisa a rivolgersi alla polizia, protagonista di un eccellente operato assieme ai carabinieri di Anghiari, poiché la situazione venutasi a creare nell’ultimo anno era divenuta insostenibile, come più volte è stato ripetuto anche in sede di cronaca: era un continuo ripetersi di atti persecutori nei confronti della donna e della giovanissima figlia. Tanta pazienza per una questione di decoro e una vana speranza di cambiare il suo comportamento, fino a quando non si sono decise a parlare e a raccontare tutto quello che quotidianamente avevano dovuto subire.    

Redazione
© Riproduzione riservata
07/06/2020 16:41:57


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