Primo sospetto Covid a Codogno dopo la riapertura del Pronto Soccorso
Stamattina è arrivato un uomo in stato febbrile ed è in attesa dell'esito del tampone
Primo caso sospetto di coronavirus dopo la riapertura di questa mattina del pronto soccorso dell'ospedale di Codogno, in provincia di Lodi, rimasto chiuso dal 21 febbraio scorso, quando fu accertato il primo caso positivo in Italia, quello di Mattia. Un uomo è arrivato in stato febbrile ed è in attesa dell'esito del tampone, a cui è stato sottoposto. Secondo quanto si apprende, è stata portata nell'area dedicata del nosocomio anche un'altra paziente, già malata di Covid, in arrivo da una struttura per anziani, per ricevere una prestazione sanitaria. In tutto, fino ad ora, sono sette i cittadini che si sono recati al pronto soccorso di Codogno dalla riapertura di questa mattina per varie problematiche, ma non Covid. Intanto, Andrea Crisanti (Università di Padova), che guida l'emergenza in Veneto, rileva che «il coronavirus è entrato a Vo' Euganeo intorno alla prima o seconda settimana di gennaio». Crisanti ha detto che alla popolazione sono stati fatti tamponi, test sierologico ed esami medici e che «per quanto riguarda l'analisi dei tamponi, confermiamo che non ci sono casi nuovi positivi a Vò. Dai test sierologici - ha aggiunto - abbiamo avuto invece sorprese interessanti: c'è un numero importate di persone che al primo campionamento erano negative al tampone e stavano bene, ma hanno dimostrato di avere anticorpi».
Arcuri, tamponi: entro fine anno un terzo degli italiani lo avrà fatto
Sulla questione tamponi il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa alla Protezione civile ha affermato che «da inizio crisi sono stati somministrati in media 39.500 tamponi al giorno, a maggio in media 61 mila al giorno. Obiettivo era far crescere stabilmente questo numero fino a 84 mila al giorno, lo abbiamo superato e ne potremo fare 89 mila al giorno, +47% su maggio. E 9,9 milioni di prodotti tra reagenti e kit saranno acquistati e messi a disposizione delle Regioni». «Nel Lazio in media da 3.803 al giorno passeremo a 6.328 tamponi al giorno, da 12.159 a 21.336 in Lombardia - ha aggiunto -. Al 31 dicembre il 28 per cento degli italiani sarà stato sottoposto a tampone, ove necessario, un italiano su tre quasi».
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