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“Ripartenza? Ora occorre carburante vero, altrimenti rischiamo grosso”

Baldi, Confartigianato: “Dalle categorie ricevo i lamenti degli imprenditori che non ce la fanno”

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“Riaprire le imprese è stato importante, ma ora ci vuole carburante vero per far ripartire l'economia”. Maurizio Baldi è il presidente della Consulta delle Categorie di Confartigianato Arezzo e raccoglie le istanze degli imprenditori che a lui si rivolgono assillati dai dubbi e dalle preoccupazioni di una ripartenza che, nella migliore delle ipotesi, non è una passeggiata.

“L'economia – ricorda Baldi – non è un rubinetto, che si chiude e poi si apre, è un mondo interconnesso, le attività sono tutte collegate e ognuna di esse contribuisce al funzionamento dell'altra e dell'intero sistema. Quando si è attuato il lockdown lo si è fatto decretando le chiusure in base ai codici Ateco, ma questo ha provocato una serie di contraccolpi, anche nelle aziende che sono rimaste aperte e ora non basta togliere il fermo perché tutto il sistema riprenda a funzionare. Ci sono settori, come ad esempio la moda, dove non basta riaprire i negozi perché il comparto riprenda a produrre reddito e benessere, ci vorranno mesi, nello scenario più ottimistico, per ritornare alla situazione pre covid. Non parliamo poi di tutta la "filiera" legata al turismo che chissà quando potrà ripartire. Poi ci sono settori che riaprono, ma sono costretti a farlo con una capacità dimezzata se non peggio, rispetto a prima. Ristoranti, bar, pizzerie sono gli esempi che vengono subito in mente, ma ce ne sono molti altri dove il distanziamento impone una drastica riduzione della capacità aziendale e con essa una drastica riduzione della capacità di reddito. Ed è ovvio che se l'incasso è dimezzato o anche peggio, sono guai per l'imprenditore e la sua famiglia, ma anche l'occupazione ne risente e si è costretti a lasciare a casa molti dipendenti. A fronte di tutto questo ci sono però spese che in gran parte non diminuiscono, come le bollette, ma anche le tasse, le imposte, le tariffe i contributi per i dipendenti eccetera eccetera. Questa ripartenza è un punto zero – ripete Baldi - ora ci vuole una scossa vera da parte del sistema pubblico e non soltanto il rinvio di alcune scadenze altrimenti anche gli imprenditori più entusiasti e dotati di fantasia faranno i conti con la realtà e si arrenderanno.”

Eppure i telegiornali sfornano ogni sera cifre con molti zeri come stanziamenti, aiuti al mondo economico, alle famiglie e promettono da parte del Governo che nessuno verrà lasciato indietro.

“E' vero – continua Baldi- sentiamo di continuo numeri importanti, sulla carta, ma di reale almeno per ora si è visto poco. Si è vista invece aumentare la burocrazia, le prescrizioni, le responsabilità. Se le imprese vogliono riaprire devono fare questo e quello, dotarsi di questo e quell'altro e poi? Poi c'è anche la responsabilità penale dell'imprenditore se qualcuno si ammala. Vero, ci hanno spiegato che ci vuole il dolo o la colpa, ma noi siamo imprenditori, non ci possono scaricare addosso anche questo, noi vogliamo e dobbiamo pensare ad altro, che già basta e avanza. Le scadenze fiscali sono rinviate? Rispondo da imprenditore: proprio ieri ho fatto dei pagamenti che potevo rinviare. Mi sono chiesto, poi fra tre mesi che faccio? Mi impicco con tutte le scadenze rinviate? Capisco che non sia affatto semplice, ma si dovrebbe trovare il sistema di innescare un circolo virtuoso. Ad esempio, invece che basarsi su ammortizzatori sociali come la Cassa Integrazione, lasciando le persone a casa, bisognerebbe investire quelle risorse per reintegrare le persone in azienda. Io ricevo continue telefonate di persone che hanno voglia di tornare al lavoro, anche i miei colleghi le ricevono. I nostri dipendenti in grandissima maggioranza amano il loro lavoro, farebbero di tutto per tornare.”

E infine la questione delle regole, che giungono sempre all'ultimo minuto e non danno certezze a chi le deve applicare. “Ricevo di continuo – continua Baldi – richieste di colleghi che mi chiedono consiglio, sia per l'attività che faccio come imprenditore, ma anche come dirigente di Confartigianato. Chi vuol sapere se fare un'assicurazione, chi chiede come attrezzarsi per i dispositivi di sicurezza, chi vuol sapere se può fare questo o quello. Tutto è interpretabile, spesso lasciato al buon senso, all'arte di arrangiarsi da soli. Se si ha una buona idea per riconvertirsi si incontra una vera giungla di ostacoli, se si arriva a fine percorso, sempre che ci si arrivi, passa troppo tempo. Magari si sceglie di non farne nulla, o si arriva tardi. Confartigianato ha fatto un grande lavoro, si è impegnata veramente tanto per dare risposte e fare proposte, dobbiamo ringraziare uno a uno tutti i dipendenti, che hanno risposto a tutte le ore alle domande degli imprenditori, nonostante fossero anche loro in cassa integrazione. Come Confartigianato sono state avanzate tante proposte ai vari livelli di Governo. Ecco – conclude Baldi – quello che serve ora, in questa fase difficilissima e per i mesi a venire, è che ci diano ascolto. Io sono un inguaribile ottimista di carattere, ma in questa situazione il rischio di chiusura per troppe aziende è davvero troppo grande.”

Redazione
© Riproduzione riservata
20/05/2020 10:06:36


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