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“Servono mille miliardi con anticipi da settembre”: i Paesi del Sud Europa sul Recovery Fund

Italia, Francia, Spagna, Grecia, Portogallo e Cipro fissano i paletti del nuovo fondo

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Almeno mille miliardi di euro raccolti a livello Ue sui mercati, da distribuire con una quota «significativa» di sovvenzioni a fondo perduto, oltre a prestiti «con una durata molto lunga», alcuni dei quali disponibili «il prima possibile, al più tardi entro settembre 2020». Si salda l’asse dell’Europa meridionale sul Recovery Fund, il fondo per la ripresa a cui sta lavorando la Commissione europea. Gli sherpa dei capi di Stato e di governo di Italia, Francia, Spagna, Grecia, Portogallo e Cipro hanno messo a punto un documento - visionato da La Stampa - che fissa alcuni paletti per il nuovo fondo. Anche se la resistenza dei colleghi nordici su alcuni capitoli è ancora forte. Ursula von der Leyen è in contatto con i leader di tutti i 27 Paesi e verso la fine di questa settimana riunirà i suoi commissari per un «dibattito di orientamento», dopodiché presenterà la sua proposta. Che però molto probabilmente arriverà soltanto verso la fine della prossima settimana. Il «documento di lavoro» del fronte del Sud è composto da sei principi che i governi chiedono di inserire nella proposta della Commissione. Per quanto riguarda la «mission», chiedono di costruire uno strumento in grado di salvaguardare il mercato unico europeo, assicurando parità di condizioni tra i Paesi. Almeno 1.000 miliardi di euro dovranno essere raccolti sui mercati dalla Commissione, al fine di portare il totale degli interventi europei a quota 1.500 miliardi (sommando il primo pacchetto da circa 500 miliardi composto da Mes, Sure e Bei), «in linea con le esigenze di finanziamento stimate anche dalla Bce». 

Per quanto riguarda la ripartizione tra sussidi a fondo perduto e prestiti, il documento non fa cifre, ma si limita a sottolineare la necessità di «una parte molto sostanziosa di sussidi». Il meccanismo di finanziamento che sarà disegnato dalla Commissione dovrà prevedere una “maturità molto lunga per distribuire nel tempo i costi” del finanziamento. I sei governi suggeriscono inoltre di indirizzare le ricorse del Recovery Fund «verso quei settori e quelle aree geografiche d’Europa più colpite» con «criteri di allocazione specifici». Infine, visto che il fondo sarà con ogni probabilità collegato al bilancio Ue che parte da gennaio 2021, servirà una soluzione-ponte per anticipare le risorse «il prima possibile, al più tardi entro settembre 2020».

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
12/05/2020 14:13:15


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