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Europa, il continente è sempre più caldo

Siccità e forti piogge che si alternano nell’anno, ognuna con i suoi guai

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Un continente caldo, troppo caldo, nel quale gli anni bollenti sgretolano record uno dopo l’altro, sempre più ravvicinati, una serie storica che diventa infernale a partire dal 2000. Lo scorso anno, il 2019, è stato il più caldo da quando si tengano misure, seguito da presso da 2018, 2015, 2014. Concentrazioni di anidride carbonica e metano tali che se ne trovano di simili solo risalendo di milioni di anni la storia, periodi in cui l’umano non era presente sulla faccia della Terra. Siccità e forti piogge che si alternano nell’anno, ognuna con i suoi guai. Un numero di ore di sole senza precedenti, record da 37 anni in una chiara tendenza all’aumento che dura da quattro decenni. Un’umidità dei suoli che è su una china rovinosa da altrettanto tempo, con il valore 2019 basso al punto da essere secondo solo a quello del 1979. Questo continente è l’Europa, e si sta costantemente riscaldando avverte il Rapporto sullo stato del clima europeo (European State of the Climate 2019) del Copernicus Climate Change Service (C3S), il servizio di rilevazione da satelliti e stazioni a terra dell'Ue.

“La lotta ai cambiamenti climatici non deve arretrare di un passo, e non lo sta facendo- commenta Sergio Costa, ministro dell’Ambiente- Con fatica, e con la collaborazione di tutti gli altri Paesi, abbiamo continuato come Europa il nostro lavoro per combattere il climate change. Siamo consapevoli che il quadro emerso dalla pubblicazione dello European state of the climate ci offre ancora di più un affresco sistemico e drammatico della situazione”. Ciononostante, però, “sono fiducioso che la ripartenza dopo il Covid-19 sia green- auspica Costa- E non è solo una velleità italiana, ma un impegno che tutta l’Europa si è assunta. Noi con il Def, dove c’è scritto nero su bianco che gli investimenti dovranno tenere conto della sostenibilità e dell’economia circolare, e tutta Europa con il green new deal, siamo in sintonia. È la sfida delle sfide: lo dobbiamo alle generazioni future e non possiamo fallire”.

Tornando allo European state of the climate, il 2019 è stato l'anno più caldo mai registrato in Europa, e già non va bene. Peggio, 11 dei 12 anni più caldi si sono verificati a partire dal 2000, confermando quindi una serie di incrementi della temperatura sempre più serrati.  Nell’anno passato le concentrazioni di anidride carbonica e metano sono costantemente aumentate, tanto che se ne rintracciano di simili solo andando indietro di milioni di anni. In tutto ciò, le alte temperature e le ondate di caldo estivo hanno contribuito alla siccità nell'Europa centrale, mentre alla fine dell'anno si sono verificate forti piogge nell'Europa occidentale e meridionale. Questi i numeri più pesanti del rapporto Copernicus C3S. Lasciando l’Europa, invece, a livello globale, gli indicatori climatici mostrano che la temperatura media degli ultimi cinque anni risulta 1,1 gradi al di sopra della temperatura media dell'era preindustriale. In Europa risulta invece superiore di quasi 2 gradi rispetto alla media della seconda metà del XIX secolo. Vale la pena di ricordare che l'obiettivo dell'Accordo di Parigi del 2015, ratificato da 188 Paesi, è mantenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali compiendo uno sforzo concertato per limitare l'aumento a 1,5 gradi.

Lo European State of the Climate 2019 segnala come le temperature in tutta Europa continuino a mostrare una chiara tendenza al riscaldamento. Undici dei 12 anni più caldi si sono infatti verificati dal 2000. L'anno più caldo registrato per l'Europa, il 2019, è tallonato dal 2014, 2015 e 2018. Inoltre, tutte le stagioni dello scorso anno sono state più calde della media e l'estate è stata la quarta più calda almeno dal 1979. Alcune aree d'Europa hanno registrato temperature estive da 3 a 4 gradi più alte del normale. Le intense ondate di calore di giugno e luglio hanno anche portato a temperature record in alcuni Paesi europei tra cui Francia e Germania. In particolare, tre periodi di caldo eccezionale si sono registrati attraverso tutta l’Europa nel 2019, infrangendo i precedenti record. A fine febbraio sono stati battuti tutti i precedenti mesi di febbraio più caldi, con record anche per tutti gli inverni, in diversi Paesi. L’ultima settimana di giugno ha visto temperature eccezionali  sull’Europa centrale e sudoccidentale, superando in alcune aree i 40 gradi, aggiornando i record di un’area o di un intero Paese. Alla fine di luglio si è verificata un’altra ondata di calore su una vasta parte dell’Europa occidentale, aggiornando quindi i record fatti segnare giusto il mese precedente per la temperatura diurna. Il risultato sono state condizioni di ‘stress termico forte’ o ‘molto forte’ in larga parte del continente.

Condizioni di siccità estiva hanno interessato la copertura vegetale in molte parti del continente: ebbene in alcune parti dell'Europa occidentale la copertura vegetale sia tornata alla normalità entro l'autunno, alla fine dell'anno sono state colpite da forti piogge. “Non c’è una tendenza chiara nelle precipitazioni annuali europee”, segnalano da Copernicus C3S, “il numero dei giorni di pioggia è stato fino a 30 giorni sopra la media nel nord, nell’ovest e nel su, mentre aree dell’Europa centrale e orientale hanno registrato valori sotto la media”. Preoccupa l’umidità del suolo, che mostra “una tendenza discendente, con i valori 2019 che sono i secondi più bassi almeno dal 1979”. La gran parte dell’Europa continentale ha avuto terreni più asciutti della media lungo tutto l’anno, particolarmente nel centro in estate e nel sudest durante l’autunno. In autunno, invece, aree del nord, sud e centro hanno visto umidità nella media o leggermente sopra in occasione di precipitazioni superiori alla media.

Per l'Artico europeo, invece, le temperature sono state inferiori ai massimi osservati negli ultimi anni. Il 2019 ha visto la temperatura dell'aria in questa regione sul mare e sulla terra a 0,9 gradi in più rispetto alla media. Nonostante l'estate abbia visto temperature vicine alla media, la breve ondata ci calore che ha colpito l’Europa continentale alla fine di giugno si è mossa verso nord causando il superamento di record storici per la temperatura della Scandinavia settentrionale, contribuendo a uno scioglimento dei ghiacci superficiali in Groenlandia senza precedenti. Ad ogni modo, se presa nella sua interezza la stagione estiva ha avuto temperature relativamente vicine alla media. L’estensione del ghiaccio marino è stata più bassa della media, come è stata peraltro negli ultimi 15 anni, ma nettamente sopra i valori registrati in sei dei precedenti sette anni.

Nel 2019, poi, le concentrazioni di anidride carbonica (CO2) e metano (CH4) hanno continuato ad aumentare. I flussi netti globali di gas serra come l'anidride carbonica, il metano e il biossido di azoto seguono una continua tendenza al rialzo, un modello che si è stabilito negli ultimi decenni. Gli scienziati affermano che è possibile trovare concentrazioni paragonabili a quelle del 2019 solo risalendo a milioni di anni fa. La vegetazione europea, nel suo complesso, è l’evidenza, non riesce a compensare completamente le emissioni di gas serra di origine antropica.

Il 2019 ha poi fatto segnare il maggior numero di ore di sole in Europa, appena sopra il precedente anno record 2015, su una serie di dati che inizia nel 1983, sebbene ci siano state alcune variazioni regionali. Ciò evidenzia una chiara tendenza al rialzo delle ore di sole negli ultimi 40 anni in tutto il continente europeo. Questo incremento nella durata delle ore di sole è stato osservato per tutto l'anno con una copertura nuvolosa inferiore alla media osservata per i primi sei mesi. Le aree più soleggiate della media sono state la Spagna, parti della Francia, l'Europa centrale e la maggior parte dell'Europa orientale.

"Quest'ultimo rapporto annuale è compilato da Copernicus Climate Change Service sulla base dei suoi dati gratuiti, con i contributi di una vasta gamma di partner scientifici e associati, compresi altri servizi Copernicus- spiega Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service (C3S)- Come parte di questa famiglia, siamo orgogliosi di mettere insieme utili informazioni sul clima create a partire da dati grezzi che offrono approfondimenti di grande valore a tutti i settori della società, da responsabili politici e imprenditori a scienziati e individui". E' infatti "ora più vitale che mai che tutti abbiano accesso a queste informazioni per aiutarci a comprendere le implicazioni a lungo termine dei cambiamenti climatici e ciò che le organizzazioni e gli individui possono fare per ridurne gli effetti- prosegue Buontempo- Un anno di caldo eccezionale non costituisce una tendenza al riscaldamento, ma per avere informazioni dettagliate dal nostro servizio operativo, che copre molti aspetti diversi del nostro clima, siamo in grado di collegare i punti per saperne di più su come il clima sta cambiando".

 

 

 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
12/05/2020 08:52:31


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