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Coronavirus, Brusaferro (Iss): la curva dei contagi si attenua, ma le misure devono restare

Locatelli: “Si andrà oltre il 3 aprile”

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«Negli ultimi giorni, a partire dal 19-20 marzo, per il numero dei nuovi casi, la curva sembra, e ripeto sembra, attenuarsi nella sua ascesa». Detto questo però, «non dobbiamo illuderci che un rallentamento della diffusione ci porti a rallentare le misure di distanziamento sociale che noi abbiamo adottato», perché «abbiamo differenti gradi territoriali della circolazione» del virus, e nelle regioni meno colpite la situazione non può assolutamente peggiorare, passando dal «rosa» o il «bianco» al «rosso». Così il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), professor Silvio Brusaferro (nella foto), illustrando l'analisi dell'andamento epidemiologico e gli aggiornamenti tecnico-scientifici relativi a Covid-19 in una conferenza stampa all’Istituto che si terrà due volte a settimana.

Alla domanda di un giornalista, la precisazione: «Il picco non è stato ancora toccato, crediamo di esserci vicini, potrebbe arrivare a giorni. La crescita dei contagi non è terminata, ha solo rallentato. Noi ora vediamo l'onda per i morti di più di 15 giorni fa e di 7-8 giorni fa per gli infetti». «Stiamo osservando segnali chiari di efficacia delle misure contenimento, ma - gli ha fatto eco il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli -, non bisogna deflettere dalle misure di distanziamento sociale». 

La priorità, ha spiegato Brusaferro, è proteggere «gli operatori sanitari, in questa fase il bene più prezioso per contrastare l'infezione e garantire una assistenza adeguata. Ma anche gli operatori delle ambulanze, dei pronto soccorso, quelli che lavorano per garantire i collegamenti tra i vari servizi. In una prima fase c'è stato un picco di esposizione legato alla novità e all'onda massiva di casi. Poi c'è stata un'accelerazione più contenuta dei contagi» in queste categorie. Altra nota dolente è quella della case di riposo, così colpite dal virus: «Bisogna anche fare una riflessione sulle Rsa, perché concentrano persone per definizione fragili o anziane. Sono presenti in tutto il territorio, dove lavorano operatori che corrono gli stessi rischi degli altri, bisogna focalizzare l'attenzione».

I test
Il presidente dell’Iss boccia i test rapidi: «Il comitato scientifico si è espresso molto chiaramente: ad oggi i test per l'Rna sono affidabili, ma sono lunghi e complicati. Quelli rapidi ad oggi non hanno livelli di affidabilità per essere usati». E nemmeno è possibile testare tutti: ci sono persone positive al coronavirus ma asintomatiche, che quindi sfuggono alle analisi correnti, ma «non è possibile un monitoraggio di tutti i positivi possibili», non per il momento almeno. Si sta procedendo con ipotesi di stime dei possibili asintomatici. Di sicuro, «credo che l'attenzione più grande debba essere laddove il numero di positivi è più basso: è importante intercettare queste persone» che possono essere veicolo di contagio. Mentre Locatelli ha aggiunto che un tampone potrebbe dare un risultato negativo per un soggetto che, dopo qualche giorno, venga colpito da contagio. Anche per questo si mantiene la raccomandazione di fare i test ai soli soggetti sintomatici.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
27/03/2020 13:36:47


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