Caso Regeni, Massari: “L’Egitto non ci informò subito del ritrovamento del corpo”
L’ex ambasciatore d'Italia al Cairo in audizione davanti alla Commissione di inchiesta
Il corpo senza vita di Giulio Regeni venne ritrovato il 3 febbraio, nelle prime ore della mattina, alla periferia del Cairo, lungo la strada che porta ad Alessandria. Ma «non ne avemmo immediata notizia da parte dell'autorità egiziana». Lo ha detto Maurizio Massari, il rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione Europea, ex ambasciatore d'Italia al Cairo dal 2013 al 2016, in audizione davanti alla Commissione di inchiesta sulla morte di Regeni.
«Il 3 febbraio 2016 l'allora ministro per lo sviluppo economico Federica Guidi si trovava al Cairo per una missione alla guida di una delegazione imprenditoriale di alto livello», ha riferito Massari aggiungendo che Guidi portò il caso al presidente egiziano al Sisi che disse si sarebbe occupato personalmente del caso. «Solo la sera di quel giorno, poco prima delle 20, durante lo svolgimento di un ricevimento in residenza in onore del ministro Guidi e della delegazione di imprenditori - ha proseguito Massari - la ministra degli Affari europei del ministero degli Esteri mi informò ufficiosamente del ritrovamento, poche ore prima in una zona della periferia del Cairo, di un corpo di un giovane corrispondente a quello di Regeni».
«Poco dopo giunse notizia sul mio cellulare da una mia fonte egiziana non istituzionale che era stato ritrovato il corpo di Regeni», ha ricordato Massari sottolineando di avere dunque suggerito «al ministro Guidi che non era ancora giunto in residenza, prima di recarsi al ricevimento appena iniziato, di richiedere immediatamente alle autorità egiziane una conferma ufficiale della morte di Giulio Regeni e spiegazioni sulle circostanze del suo decesso». Cercai invano di ottenere conferme e spiegazioni da parte delle autorità egiziane», ha proseguito aggiungendo che «non avendo avute risposte suggerii a Guidi di considerare di annullare il ricevimento e interrompere la visita».
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