Coronavirus, muore il primario dell’ospedale di Wuhan
Il governo cinese: 12.500 persone sono guarite
L’ultima vittima è uno dei primari dell’ospedale in prima linea nella lotta al coronavirus. Liu Zhiming, a capo di un reparto del Wuchang Hospital di Wuhan, epicentro della malattia, è morto stamattina. Pochi giorni fa era toccato a un infermiere dello stesso centro. Liu, un neurochirurgo di 50 anni, è il primo direttore dell'ospedale a soccombere alla malattia. L'ospedale gestito dal dottor Liu è uno dei centri medici specificamente designati per la cura dei pazienti del COVID-19 a Wuhan, capoluogo della provincia di Hubei, ed in quarantena dal 23 gennaio. Circa 2.000 operatori sanitari cinesi sono stati infettati dal nuovo coronavirusSARS-CoV-2, e molti di loro sono morti, tra cui il dottor Li Wenliang, un medico che ha cercato di avvertire i suoi colleghi di una possibile nuova malattia ed è stato rimproverato per «aver diffuso voci» dalle autorità.
Il nuovo bilancio
ll ministero della Salute di Pechino ha aggiornato oggi il bilancio delle vittime e dei contagiati dal nuovo coronavirus: i morti per la malattia sono 1.868 e 72.434 i contagiati. Di contro 1701 pazienti sono stati dimessi, il che porta a 12.522 il numero delle persone guarite.
Il plasma dei pazienti guariti
Dall'ospedale di Wuhan è stato dimesso ieri uno dei pazienti con la malattia Covid-19 curato con gli anticorpi contenuti nel plasma di persone guarite dall'infezione; sono incoraggianti anche i risultati dei test clinici con un farmaco antimalarico, la clorochina fosfato, tanto da includerlo nella prossima versione delle linee guida per la terapia. Notizie positive, tanto da spingere le autorità sanitarie cinesi ad affermare che il nuovo coronavirus"può essere prevenuto ed è curabile".
Meno IPhone
Apple è la prima grande azienda che è costretta a rivedere gli obiettivi a causa del coronavirus. Il colosso Usa, infatti, ha annunciato che non raggiungerà l'obiettivo di ricavi del trimestre in corso che avrebbe dovuto attestarsi tra 63 e 67 mld di dollari. A pesare è stata la chiusura temporanea degli stabilimenti del gruppo di Cupertino in Cina e il conseguente rallentamento della produzione. «La fornitura mondiale di iPhone sarà temporaneamente limitata», ha sottolineato Apple in una nota. I siti, situati fuori dalla provincia di Hubei, sono stati comunque riaperti. «Tutti i nostri negozi in Cina e molti dei nostri negozi partner sono stati chiusi», ha affermato Apple nella nota. «I negozi aperti sono operativi a orari ridotti e con un traffico clienti molto basso. Stiamo riaprendo gradualmente i nostri negozi al dettaglio e continueremo a farlo nel modo più sicuro possibile».
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