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Spruzzavano deodorante sui colleghi stranieri, condannati per razzismo

Pizzaiolo e datore di lavoro condannati a risarcire i due dipendenti

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«Alza le ascelle», «ma perché non lo usate questo?». A parlare, un anno fa, un pizzaiolo con funzioni direttive, che spruzzava contro di alcuni colleghi africani del deodorante, in una nota catena di pizzerie, in Stazione Centrale. Le angherie furono filmate in un video postato su Facebook il 26 gennaio 2019, e che poi ha fatto il giro del web. Con l'aiuto dei legali dell'Asgi, associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, le vittime hanno fatto causa. E, ora, quel pizzaiolo e la società sono stati condannati a risarcire i due dipendenti per «molestie razziste». È la prima volta che il Tribunale del lavoro ritiene il lavoratore e la società colpevole di avere generato «un ambiente lavorativo non inclusivo e di non accoglienza». Alla nota catena, tra l’altro, viene ordinato dal giudice anche di organizzare corsi obbligatori per i dipendenti «che, con la partecipazione di esperti, li avvicini alle tematiche razziali al fine di educarli al doveroso rispetto di ogni cittadino, quale sia la sua provenienza o la sua etnia». 

Il video che filmava le molestie è stato acquisito dal giudice Sara Manuela Moglia. Nelle immagini si vede il pizzaiolo chiamare a sé i colleghi di colore sottoponendoli «a un trattamento umiliante e degradante», mentre è intento a spruzzargli addosso il deodorante. «Che il deprecabile gesto abbia avuto intenti razzisti - si legge nella sentenza - è evidente dal fatto che, benché fossero al lavoro anche altri dipendenti, l'uomo ha chiamato a rassegna solo i tre di colore; a loro si è rivolto chiedendo se a casa tenessero il deodorante; a loro ha chiesto perché non lo mettessero». 

I testimoni chiamati nella causa hanno riferito che il pizzaiolo, identificato come “responsabile della pizzeria”, «reiteratamente fosse uso utilizzare appellativi certamente razzisti» come “negro di m.” o frasi quali “ti rimando in Africa”, “devo comperare il deodorante per voi”. Nel motivare la condanna del datore di lavoro, il giudice richiama l'articolo 2087 del codice civile, che impone al datore di lavoro l’obbligo di «assicurare un ambiente nel quale la persona offesa non sia vittima di soprusi, trattamenti umilianti, degradanti e discriminatori». Società e lavoratore dovranno risarcire a due dipendenti di colore una somma complessiva di 1800 euro in solido.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
25/01/2020 21:47:00


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