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Il Tribunale di Taranto non spegne l’Altoforno 2 dell’ex Ilva

Accolto il ricorso presentato dai commissari

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Respiro di sollievo per l’Amministrazione straordinaria dell’ex Ilva che ha scongiurato lo spegnimento dell'Altoforno Afo 2. Il Tribunale del Risame di Taranto, infatti, ha accolto il ricorso presentato dai commissari, concedendo la proroga dell’uso dell'Altoforno, sotto sequestro dal 2015, dopo la morte dell'operaio Alessandro Morricella. Secondo fonti vicine alla difesa di Ilva, da parte del collegio del Riesame c'è stato un accoglimento pieno del ricorso e la proroga per i lavori di messa in sicurezza sino ad un massimo di 14 mesi con tappe intermedie di 9 e 10 mesi. I giudici hanno così evitato lo spegnimento dell'impianto, concedendo altro tempo per ottemperare alle prescrizioni imposte dal custode giudiziario. Una decisione accolta con «grande soddisfazione dalla struttura commissariale, che ha sempre mantenuto la sua fiducia nei confronti della magistratura». 

Nel frattempo sono arrivate oggi le motivazioni della sentenza con cui il gup di Milano, Lidia Castellucci, ha assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di bancarotta Fabio Riva (la sua famiglia era proprietaria dell' Ilva), difeso dagli avvocati Salvatore Scuto e Gian Paolo Del Sasso. Per il giudice, nella gestione dell’Ilva tra il '95 e il 2012, non c'è stato il «contestato depauperamento generale della struttura». Anzi, la società ha investito «in materia di ambiente» per «oltre un miliardo di euro» e «oltre tre miliardi di euro per l'ammodernamento e la costruzione di nuovi impianti».

In un passaggio delle 127 pagine di motivazioni della sentenza, che ha assolto Fabio Riva da due accuse di bancarotta per il crac della holding Riva Fire che controllava il gruppo siderurgico, si legge, tra le altre cose, che «alla luce dell'ammontare dei costi complessivamente sostenuti» dai Riva «unitamente alla sostanziale conformità alle prescrizioni AIA (autorizzazione integrata ambientale, ndr) del 2011, è evidente come non possa ravvisarsi quel contestato depauperamento, dal momento che gli elementi in atti», portati dalla difesa, «contrastano con tale conclusione».

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
07/01/2020 21:48:57


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