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Omicidio Sacchi, interrogata Anastasia: “Non sapevo di avere 70mila euro nello zaino”

«Io e Luca estranei alla vicenda». L’avvocato: «Non c’entra nulla con il traffico di droga»

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«Non sapevo di avere 70 mila euro nello zaino. Io e Luca siamo totalmente estranei a questa vicenda». Sono le prime parole dell’interrogatorio di garanzia di Anastasia Kylemnyk, la fidanzata di Luca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla testa il 23 ottobre scorso, accusata di tentativo di acquisto di droga. Berretto rosa calato sugli occhi e occhiali da sole, la giovane è arrivata nell’ufficio del gip accompagna dal suo difensore, l'avvocato Giuseppe Cincioni. «Ero davanti a quel pub con Luca come mille altre volte era capitato», questa la sua versione dei fatti esposta al magistrato. Per il legale: «Il comportamento di Anastasia durante l'interrogatorio ha dato atto della sua estraneità all'ipotizzato traffico di sostanze stupefacenti». Ieri davanti al giudice erano rimasti tutti in silenzio i quattro arrestati. Sia gli indagati finiti in carcere nel corso della seconda tranche di inchiesta, Marcello De Propris e Giovanni Princi, che gli autori materiali della drammatica aggressione, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, a Regina Coeli dal 25 ottobre, hanno infatti deciso di restare muti. Del Grosso, nell'atto istruttorio durato pochi istanti, ha voluto fare una breve dichiarazione spontanea ribadendo che «non voleva uccidere nessuno» e che quella sera «era la prima volta che prendeva un'arma in mano». Secondo l'accusa Anastasia e Princi hanno avuto un «ruolo centrale» nella trattativa con i pusher. In particolare sulla 25enne ucraina i pm scrivono che è «recente il suo inserimento nel mondo dei traffici criminosi come corriere». Altro punto da chiarire è l'atteggiamento tenuto dalla fidanzata di Luca nelle ore e nei giorni successivi al fatto. Per i magistrati «è sorprendente la chiusura ad ogni collaborazione con gli organi investigativi per assicurare alla giustizia gli autori del delitto del fidanzato» ed è «chiara, predominante, la volontà di preservare le relazioni criminali acquisite nel mondo della droga con il quale non intende recidere i legami».

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
04/12/2019 14:24:09


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