Zingaretti: "Sì a ius soli e ius culturae”
M5s: pensare al Paese, sconcerta che si parli di questo
«Certo che la faremo, certo che lo faremo, certo che lo faremo». Nicola Zingaretti scalda i cuori dei militanti accorsi a Bologna quando assicura che il Pd si batterà per rivedere i decreti Salvini, per fare lo ius culturae e lo ius soli, approvare una legge sull'equo compenso per i giovani professionisti e un'altra per la parità di salario fra donne e uomini. Lo grida dal palco il leader del Pd dopo tre giorni di dibattito "alto", di confronto anche aspro con chi sta dentro il partito e chi sta fuori e vuole portare idee nuove e diverse. Il leader manda anche un messaggio a Conte e al governo che non viene messo in discussione: «Io lo dico al presidente del Consiglio Conte: prepariamo una nuova agenda per questo governo, figlia degli accordi ma anche delle esigenze dell'Italia». «Noi ribadiamo una scelta di sperimentare le alleanze. - spiega Zingaretti - Quando dicono 'non vogliamo un accordo storico', mi fanno sorridere. Io dico solo che non si governa fra avversari politici. E quando dico 'vocazione unitaria' parlo ai leader, ma soprattutto alle persone che ci guardano. Governiamo per l'Italia e non per accrescere noi stessi dando picconate alla coalizione. Ma non premettemmo che altri picconino la coalizione». Il bersaglio è Matteo Renzi. «Chi tra gli alleati ci attacca per proprio tornaconto scava la fossa per se stesso e per tutto il centrosinistra italiano perché il Pd sarà sempre il pilastro di ogni risposta alla destra risorgente, autoritaria e xenofoba», dice Zingaretti. «Ci battiamo perché al più presto si rivedano i decreti Salvini, dentro questo governo come scelta di campo. Ci batteremo con i gruppi parlamentari per far approvare lo ius culturae e ius soli, certo che lo faremo». dice allora Zingaretti. E assicura: «Faremo una legge per parità salariale tra donne e uomini - ha assicurato -, ma per raggiungere l'obiettivo e non per mettere bandierine e avere un'intervista sui giornali. Ci vuole serietà non comizi», ha concluso urlando Zingaretti. Il segretario risponde senza mai nominarlo a Matteo Renzi sullo spinoso argomento delle tasse. Zingaretti dice che «il Pd non si accoda ad una generica battaglia contro il fisco" e che "il partito è per una ridistribuzione del carico fiscale». «I democratici dice - sono il partito della giustizia fiscale: è il fondamento più importante del patto tra cittadini e Stato, garantisce il funzionamento dei servizi. Ora il sistema è terribilmente ingiusto, c'è chi paga troppo, i lavoratori dipendenti, le partite Iva, ma c'è chi evade una montagna di miliardi che recuperati anche solo in parte servirebbero per investimenti, innovazione e giovani». «E' il tempo del coraggio della proposta, di offrire un modello della società e della vita, è il tempo di ricostruire piuttosto che distruggere, è il tempo di un nuovo Pd fondato su pochi, chiari e semplici principi, scelte di campo: il Pd è il partito dello sviluppo e della giustizia sociale», continua Zingaretti. E aggiunge: «Il Pd rifiuta il mito della forza, del machismo tracotante e volgare che la destra ha riproposto. E' tipo che i dem ricorrano di più alla forza del pensiero femminista, per costruire una società di rispetto dell'altro. Ribaltiamo i miti della destra».
M5s: pensare al Paese, sconcerta che si parli di ius soli
«C'è mezzo paese sott'acqua e uno pensa allo ius soli? Siamo sconcertati» commentano fonti M5s . «Preoccupiamoci delle famiglie in difficoltà, del lavoro, delle imprese. Pensiamo al Paese, già abbiamo avuto uno che per un anno e mezzo ha fatto solo campagna elettorale. Noi vogliamo pensare a lavorare».
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