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Decretato il fallimento dell'azienda Supermaglia di Sansepolcro

Gli ex dipendenti: dove sono finiti i 911mila euro dovuti da Cose di Lana?

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È stato decretato il fallimento di Supermaglia, unica azienda che a Sansepolcro era rimasta della grande realtà imprenditoriale avviata nel dopoguerra dalla famiglia Conti di Sansepolcro. La notizia è pubblicata sullo specifico portale di Arezzo, con giudice delegato la dottoressa Michela Grillo e la dichiarazione reca la data del 14 novembre, mentre l’udienza è prevista per il prossimo 12 marzo. È il risultato della procedura di liquidazione iniziata lo scorso luglio e costituisce di fatto il colpo di grazia a un 2019 nato con speranze e finito nel peggiore dei modi per il maglificio biturgense, che al momento della cessazione dell’attività era rimasto con 80 dipendenti e che nei periodi più floridi ne contava oltre 200. Dapprima il mancato rinnovo del contratto di affitto aziendale, a fine febbraio; poi, la messa in liquidazione della cooperativa delle maestranze – pronte a rilevare l’attività, ma impossibilitate a farlo per la piega presa dagli eventi – e ora la fine di Supermaglia, con le ripercussioni che potrebbe avere nei confronti dei creditori, fra i quali anche diversi artigiani. “Aspettiamo di conoscere le motivazioni, che verranno rese note fra una decina di giorni – hanno commentato le maestranze che avevano dato vita alla cooperativa – ma il timore nostro è che questa triste vicenda sia rimasta incastrata in meccanismi alquanto complicati e non chiari. Ecco perché abbiamo chiesto alla Procura di Arezzo di fare piena luce sui vari passaggi. Per esempio – spiegano – Cose di Lana era proprietaria al 100% di Supermaglia, che ha dovuto anticipare quasi un milione di euro (911mila per l’esattezza) per garantire le retribuzioni arretrate ai dipendenti e per altri pagamenti, quindi era creditrice di questa somma, ammessa regolarmente al passivo di Cose di Lana. Che fine hanno fatto, allora, i soldi in questione? Nel bilancio di un’azienda, 911mila euro rivestono un peso importante, ma francamente non è mai arrivata una risposta a questa domanda. In secondo luogo – lo avevamo ribadito più volte – come è possibile che il Marchio Cose di Lana possa essere stato aggiudicato per 500mila euro, quando appena pochi mesi prima la stessa s.r.l. aggiudicataria aveva offerto un milione e 350mila euro?”. Ma c’è un’altra notizia, pubblicata nei giorni scorsi sui quotidiani nazionali, che non è passata inosservata: uno dei curatori è finito sul registro degli indagati per corruzione in atti giudiziari relativamente alla procedura di ammissione al concordato preventivo in continuità di un’altra società, la Astaldi spa. Se ne occupa la Procura di Roma. “Non vogliamo accusare nessuno, perché si tratta di due distinte situazioni – precisano gli ex cooperativa Maglificio 38 – ma riteniamo che sia lecito sapere come siano andate le cose per ciò che ci riguarda, visto che 80 persone sono rimaste senza posto di lavoro”. E a quanto risulta, solo una metà sarebbe riuscita – al momento – a trovare una nuova occupazione; i più penalizzati sono coloro che hanno un’età avanzata (sul piano professionale, ovviamente) e coloro che non possiedono una particolare specializzazione.

Redazione
© Riproduzione riservata
17/11/2019 15:03:28


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