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La rete elettrica è pronta per 6 milioni di auto elettriche?

Le stime parlano di piccola invasione di veicoli elettrici nei prossimi 10 anni

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Che il futuro della mobilità elettrica sia roseo è fuor di dubbio. A dirlo son le decine di modelli pronte ad uscire sul mercato. O le stime di vendita di auto elettriche che parlano, solo per il nostro paese, di 6 milioni di veicoli a batterie circolanti entro il 2030. Di questi, 1,6 milioni elettrici puri. Lo mostrano poi i vari progetti lanciati nelle principali municipalità italiane, che puntano a ridurre l'inquinamento atmosferico e a favorire una mobilità condivisa e a basse emissioni. Ma la rete elettrica potrà sopportare una tale domanda di elettricità?

Se guardiamo alle proiezioni, si tratta evidentemente di una domanda elevata, che la rete potrebbe non essere in grado di sopportare, se non gestita in maniera corretta. «Si tratta di un carico sulla rete che oggi non esiste ancora», spiega Maurizio Delfanti, amministratore delegato di Rse, società pubblica che si occupa dello sviluppo di attività di ricerca nel settore elettrico ed energetico e presente alla terza edizione di e_mob. «Dobbiamo cercare di indirizzare al meglio il modo in cui questi veicoli si comporteranno sulla rete elettrica».

Il futuro è lo smart charging
La soluzione arriva dal cosiddetto smart charging, ovvero un sistema di ricarica intelligente, capace di gestire i flussi e il processo di ricarica. “Per risolvere il problema dovremo rendere la ricarica un processo ordinato e controllato”, spiega Delfanti. “Si tratta ad esempio di prevedere la possibilità da parte del gestore elettrico di intervenire durante la ricarica, modulando la quantità di energia in entrata”. Banalmente si tratterebbe di regolare il flusso energetico in base alla domanda che registra la rete in quel dato momento, aumentando o riducendo la quantità di energia in uscita dalla presa per il veicolo elettrico e garantendo comunque la ricarica della batteria. Secondo gli ultimi dati disponibili sarebbero circa 10 mila le colonnine presenti sul territorio nazionale, con forti discrepanze tra Nord e Sud, senza contare i punti di ricarica privati o domestici. Ma sono numeri ancora bassi per garantire un consolidamento della rete di ricarica.

Auto elettriche come batterie, il progetto V2G
«Quando invece saranno diffuse almeno 50 mila colonnine sul territorio nazionale, allora sarà più credibile per il cittadino non essere vincolato alla ricarica a casa», continua Delfanti. E lo smart charging sarà fondamentale per garantire il buon funzionamento della rete. Ma l'evoluzione che ci si aspetta è quella di trasformare la auto elettriche in “batterie su ruote”, capaci di cedere elettricità quando sia necessario. È il cosiddetto Vehicle2Grid (V2G). «Se pensiamo ad un sistema elettrico come quello italiano dove le rinnovabili hanno un ruolo sempre più preponderante, lo smart charging (e la flessibilità del carico in generale) sono  il naturale accompagnamento della generazione variabile data da solare ed eolico», spiega l'ad di Rse. «Nel Pniec è previsto che nel 2030 servano 55 GWh di accumulo. Per tenere in sicurezza il sistema si potranno usare anche i veicoli elettrici come accumulatori». Entro tale data infatti si calcola avremo almeno 70 GW di capacità installata da fonti rinnovabili, con una produzione di circa 115 TWh di rinnovabili intermittenti. In quest'ottica, il futuro su cui si sta già lavorando è quello di avere un'intera flotta di veicoli elettrici sempre più integrati nella rete, trasformandoli da semplici mezzi di trasporto a vettori energetici, capaci di ottimizzare i flussi di energia prodotta e consumata a livello locale e garantendo allo stesso tempo la continuità della fornitura di energia in caso di interruzioni.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
15/11/2019 14:29:51


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