Israele, la tentazione di una Grande coalizione per evitare il voto a settembre
Trattative segrete fra il Likud d Netanyahu e il partito del generale Benny Gantz
A meno di tre mesi dalle elezioni anticipate previste per il 17 settembre, il Likud di Benjamin Netanyahu e il partito Blu e Bianco di Benny Gantz stanno trattando in segreto per evitare di andare di nuovo alle urne, la seconda volta in un anno. A dettare il clamoroso colpo di scena, rivelato dal quotidiano Yenot Ahronot, è la situazione internazionale. Le tensioni fra Stati Uniti e Iran sono ai livelli massimi da decenni, e una guerra trascinerebbe in prima linea Israele, che ha sul fronte settentrionale due alleati della Repubblica islamica, la Siria di Bashar al-Assad e la milizia sciita Hezbollah in Libano. Una situazione da affrontare con un governo solido, non in campagna elettorale.
Il voto a settembre è stato deciso dalla Knesset, su sollecitazione delle stesso Netanyahu, dopo che il premier si era ritrovato nell’impossibilità di formare una maggioranza. Lo storico alleato Avigdor Lieberman ha posto condizioni inaccettabili dai partiti religiosi della coalizione, a partire dal servizio militare obbligatorio da estendere anche agli studenti talmudici. Per evitare che il presidente Reuven Rivlin affidasse l’incarico a un altro, Netanyahu ha convinto i parlamentari a votare una legge per lo scioglimento anticipato. Ora per rovesciare quella decisione serve una maggioranza di 80 seggi su 120. Sono tanti ma il Likud e il partito Blu e Bianco possono contare su oltre 70 parlamentari propri e qualche alleato centrista.
A quel punto il passo successivo sarebbe formare una Grosse Koalition fra i due partiti. Gantz ha sempre posto come condizione che Netanyahu non la guidasse. Ma ora tutto è possibile e il presidente Rivlin potrebbe spingere i due rivali a ulteriori compromessi. Il capo dello Stato è anche preoccupato dai sondaggi che mostrano come dalle nuove elezioni uscirebbe una Knesset fotocopia di quella che si è formata dopo voto del 9 aprile, con l’impossibilità di formare un governo. Un ulteriore stallo a settembre rischia di compromettere anche il piano di pace americano, già rinviato più volte. In questi giorni in Bahrein gli Stati Uniti illustrano ai Paesi della regione la parte economica. In autunno è prevista la presentazione della parte politica. E’ un piano favorevole come non mai a Israele. Non farselo sfuggire val bene un governo di compromesso.
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