Opinionisti Alessandro Ruzzi

Arezzo Fiere Congressi: ci risiamo

Chissà quando verranno affrontati i problemi

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Intanto suggerisco che le assemblee del polo fieristico aretino si tengano sotto la protezione della Madonna del conforto. L'ultima assemblea dei soci si è tenuta il 16 febbraio, considerato l'andamento della riunione era sicuramente meglio tenerla il 15 febbraio, giorno in cui aretini affollano la cattedrale invocando la protezione della cara sacra immagine.
Perché la spaccatura fra i soci di Arezzo fiere congressi si amplia: la Regione Toscana -con il 40% circa è il socio di maggioranza relativa- è riuscita a far esprimere alla guida di AFC quella commercialista di Firenze il cui compito è quello di giungere all'approvazione del bilancio 2018. I soci locali politici, ossia Comune e Provincia di Arezzo (circa il 25%), incassano la presenza di 2 consulenti ai quali delegare le trattative con il polo fieristico Rimini-Vicenza (meglio noto come IEG) e la gestione tecnica dei costi per il bilancio di questa struttura. La camera di commercio Arezzo-Siena (altro 25% circa) pare essersi ritagliata un ruolo di cuscinetto fra le 2 posizioni dove il problema principale risulta il futuro delle fiere orafe attualmente in gestione a IEG.
A occhio la Regione ritiene prioritario concludere l'accordo di cessione definitiva delle fiere orafe per incassare una cifra per ridurre sensibilmente il passivo di Arezzo fiere congressi mentre non è chiara la posizione degli enti locali (Comune e Provincia): questi esprimevano soltanto la volontà di silurare il precedente presidente di AFC, Boldi, per il resto un inquietante buio.
Boldi si è dimesso pochi giorni prima della assemblea non avendo più il supporto di Regione, camera di commercio e sua associazione di categoria: infatti ha lasciato tutte le cariche rimarcando tuttavia i successi conseguiti. Ma i suoi colloqui circa la cessione delle fiere orafe avevano il beneplacito dei soci di riferimento che rappresentavano la maggioranza dell'azienda, e l'operazione di affitto delle stesse (artefice Boldi) aveva avuto l'ok di tutti i soci.
Non vedo un percorso chiaro che (magari non pienamente condiviso) esprima il volere di una anche ridotta maggioranza societaria, quindi rispetto alla necessità di affrontare i problemi che attanagliano il polo fieristico aretino si è fatto un passo indietro secondo me: se per qualcuno Boldi era un sassolino in mezzo al viottolo, resta da capire se chi ne ha preso il posto sarà un macigno o una foglia in mezzo a quel viottolo; poiché è chiaro che la chiusura del bilancio è problema contabile e non strategico quale è il futuro di AFC.
Il nuovo presidente ed un consulente sono commercialisti, entrambi di fuori Arezzo: pare occorrano 2 professionisti solo per chiudere il bilancio, strano nella mia esperienza a questo punto è questione di somme e sottrazioni perché una società pubblica quale è AFC ha già esagerato nella redazione di bilanci pietosi e piani industriali fantasia.
Due figure al costo di uno? Boldi lo sottolineava con regolarità: non percepiva alcun corrispettivo per il suo incarico di presidente, cosa succederà domani?
Inoltre un altro consulente, pure lui commercialista, indicato quale espressione del Comune di Arezzo -che ricordo essere storicamente il socio riottoso e non collaborativo- è l'amministratore delegato di una importante azienda orafa aretina. Occorre ricordare la dichiarazione del presidente uscente di circa 1 mese fa, quando parlò di una riunione ’carbonara’ alla presenza di una presidente di categoria orafa, dell’assessore alle partecipate e di un rappresentante del principale gruppo orafo aretino. Qualche malalingua volle sminuire quelle parole, tuttavia o Boldi aveva la sfera di cristallo oppure lamentava pubblicamente che strane manovre stavano accadendo sotto traccia: a questo punto direi la seconda, con tutte le implicazioni che ne conseguono. La scelta politica di colui che si deve considerare un imprenditore al posto di una figura adeguatamente rappresentativa pare discutibile, perché non faccio fatica a ricordare che come già numerosi orafi recriminavano sul potenziale conflitto di interessi di Boldi (pure imprenditore orafo) e se trovano adesso un altro scelto non dalla camera da commercio, ma dal Comune cioè dalla parte politica che lo governa.
E sempre sul piano dei ricordi questo è un deja-vu: qualche anno fa gli industriali orafi aretini erano presieduti dal boss di quella stessa società e molti si lamentavano di come costui andasse a Roma non tanto a perorare la causa di tutti gli orafi bensì aveva a cuore la sua azienda, già in profonda crisi. Chissà poi come sono contenti di sentir sussurrare come prossimo ulteriore componente del consiglio d'amministrazione di AFC il nome di altro commercialista (e con questo sono 4), un aretino cui era stato affidato il concordato fallimentare di quella stessa storica azienda, peraltro tuttora irrisolto per quello che riguarda la parte immobiliare di via Fiorentina; dopo numerose aste il prezzo di vendita, pur in continuo calo, non ha attirato compratori e l'immobile non è stato venduto; un crostino -anche ambientale- di dimensioni gigantesche per città e suo credito.
Con modesti ed immaginabili adattamenti alla realtà aretina pare di essere ai tempi in cui si diceva che "quello che va bene per la Fiat va bene per Torino", salvo poi scoprire anni di distanza che Torino sia impoverita, che l'intera Italia ha sostenuto a suon di incentivi la Fiat, che la Fiat non è più italiana, ma multinazionale con sede in Olanda.
Io non conosco il consulente che dovrà seguire le trattative sul futuro delle fiere orafe aretine, mi auguro solo che il futuro sia molto diverso dal passato.
Perché è evidente che per ora tutti i soci non hanno individuato (o non vogliono individuare) l'unica figura indispensabile: un professionista del settore privo di conflitti di interessi e che si dedichi soltanto al polo fieristico aretino e sue prospettive. A seconda dei casi, tutti quelli di cui si è parlato sinora (a prescindere dai costi di tale pletora di persone) non hanno competenze specifiche, hanno conflitti di interessi, non si dedicheranno soltanto ad Arezzo fiere congressi.
Per questo dico ci risiamo, e per questo (in maniera sacrilega per cosa così volgare e profana) mi rimetto nuovamente alla intercessione della protettrice della città di Arezzo.
Ma la vedo in difficoltà con questi soggetti.

Alessandro Ruzzi
© Riproduzione riservata
18/02/2019 14:35:53

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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