Opinionisti Olinto Gherardi

All’Onta del Gazebo di Sansepolcro

Perché l'amministrazione comunale non ascolta i cittadini?

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Giorni fa su questa testata è apparso un articolo concernente il nuovo arredo della malridotta Piazza Torre di Berta, malridotta per trascuratezza delle amministrazioni che si sono negli anni succedute, rimaste nella memoria per il loro immobilismo congenito; la pavimentazione venne fatta al risparmio, usando della pietra serena di scarsa qualità,la quale negli anni a venire ha dato segno tangibile della propria fragilità, oltre ad un montaggio fatto a membro di segugio, senza fughe fra le pietre, causando in seguito rigonfiamenti e dislivelli. Ora, in questo contesto desolante, la nuova amministrazione tenta di rimediare in qualche modo al nulla fatto in precedenza, proponendo alla città una installazione permanente che possa miracolosamente far rinascere la “voglia di Piazza” ai cittadini che da tempo l’hanno abbandonata, e non solo la Piazza. L’amministrazione valuta, a mio modesto modo di interpretare, che la causa del nulla assoluto sia anche la mancanza di un arredo adeguato e non ad esempio la chiusura di molteplici attività commerciali della Piazza stessa e di Via XX Settembre nei due lati. Se esci di sera la Piazza ha un punto di ritrovo nell’unico bar ancora aperto, l’Happy Bar, il quale permette di sedersi all’aperto e gustarsi magari il fresco bevendo qualcosa e chiacchierando, se il negozio di scarpe Novecento spegnesse le luci,il Bar risulterebbe quale la luce di un faro nel buio della notte, insieme alla gelateria di fronte, rendendo ancor più desolante il quadro generale. Anticamente l’Arengo era il luogo di riunione dei cittadini dell’antico libero comune  medievale dove si ritrovavano per discutere e deliberare, era detto anche Concione o Parlamento. L’Arengario invece era il palazzo municipale, solitamente dotato di un terrazzo dal quale chi governava, arringava il popolo sottostante (e sottomesso ?). Perché questa divagazione storica, per riportare in termini di comunità la realtà cittadina, nella quale da anni è ormai presente un sensibile scollamento fra l’amministrazione ed i contribuenti, fra gli eletti e gli elettori, divario in parte minima recuperato dalla amministrazione in carica, ma non bastante secondo la mia visione di comunità. Il mio messaggio da questa testata è rivolto proprio all’amministrazione, che ho scelto alle elezioni, ed è un messaggio di civile parere su un qualcosa che sta per compiersi nel numeroso mugugnare rilevato in giro, dopo la pubblicazione del primo Rendering, che non rendeva, e la presentazione dello scorso 31 Luglio sotto le Logge dell’Arengario, alla presenza di numerose persone, ma in numero insignificante rispetto all’argomento trattato di pubblico interesse, cioè, il passato nel ricordo della Berta abbattuta nel ’44 , ed il futuro nel prospetto di arredo proposto per la Piazza. Il Sig. Sindaco ha avuto il mio parere in proposito quando venne pubblicata la prima foto, non che il mio parere sia vincolante, io sono solo un cittadino innamorato del mio Paese, ma feci presente la mia perplessità nel rapporto qualità-prezzo, poi mitigata dal fatto che il finanziamento era a fondo perduto, o comunque reperito scartabellando burocrazia amministrativa, quindi niente soldi pubblici presumo, ma questo non giustifica, a mio sempre (quasi) personale parere, che l’impatto di questa struttura in un contesto quattrocentesco sia quantomeno inadatto, il fatto che nelle misure di base rimembri quelle della Berta è assolutamente insignificante, quindi senza tanti fronzoli o parole diplomatiche dico che è brutta, e lo sarebbe anche se non costasse un Euro. Credo che l’amministrazione, trattandosi di un’opera pubblica stabile, posta in quel luogo che una volta era il punto d’incontro della comunità, l’Arengo appunto, dovrebbe aver avuto la gentilezza e la sensibilità, se non il dovere, di rendere partecipe la cittadinanza nella decisione e nella scelta in quanto sarà una installazione che ogni giorno ci troveremo davanti agli occhi. Non discuto la parte tecnica, la scelta dei materiali, i paletti burocratici che obbligano a certe scelte per motivi di sicurezza, non discuto il lavoro dell’Ufficio Tecnico del Comune, i quali Architetti e Geometri hanno lavorato in team, se non erro, sull’input ricevuto, dando vita a quella cosa che a Loro vedere si presta senza riserve alla funzione preposta ed in quel luogo, discuto altresì il buon gusto, discuto il completo ignorare del contesto nel quale questo sgorbio troverà locazione in barba ai mugugni ed ai commenti sui social ed in giro, non me ne vogliano, non ce ne vogliano i progettisti, si tratta di pareri e vedute non confortate dall’esperienza del mestiere da loro svolto, ma comunque da non sottovalutare a priori, è pur sempre il parere di cittadini Borghesi, che vivono qui, contribuenti ed elettori. E’ anche vero che sono convinto che su 16.000 abitanti (tanti) forse il 10% , forse, è a conoscenza di questo progetto, che di questo 10 al 5% non interessa minimamente, al rimanente 5% in parte interessa ed in questa percentuale vi è un 1% che AMA il proprio Paese e non vorrebbe mai vederlo deturpato ed offeso, in nessun modo, dal generale decoro urbano ai tentativi di imposizione artistica ed evocativa che poi di artistico ed evocativo hanno poco, se non niente. Ho parlato con persone che sanno molto più di me in fatto di arte e storia, ho parlato con gente normale che non sa nemmeno cos’è un gazebo, ho sentito e letto commenti sui social entusiasticamente contrari e delusi da questa scelta, e se l’ho visto io lo vede anche l’Amministrazione, la quale però pare irremovibile dal recedere dal progetto, pur dichiarando pubblicamente di non aver acquistato ancora nemmeno una vite. La mia domanda è : perché ?? Perché non si da ascolto all’umore della Comunità o quanto meno di quella parte di Comunità che è più vicina e fattiva alla cosa pubblica e spesso si adopera anche gratuitamente a creare, a fare, a proporre per il solo bene del Paese, gente comune, commercianti, privati cittadini che si frugano anche in tasca a volte per realizzare qualcosa. Non ho niente contro nessuno sia ben chiaro, le mie critiche sono esclusivamente volte al positivo e non al becero criticare tutto ciò che viene fatto o non fatto e come me ci sono decine di persone che ragionano in questo modo. Molte volte ammettere un errore di valutazione, fare un passo indietro, rivedere una decisione hanno un effetto sulla Comunità molto più forte del rimanere barricati dietro una decisione che sai già non essere felice e dalla quale non vuoi recedere per paura di perdere la faccia. Anche questo è assumersi la responsabilità delle proprie azioni e decisioni. Grazie.

Redazione
© Riproduzione riservata
14/08/2018 07:25:50

Olinto Gherardi

Operaio – Scrittore - Apolitico – 21 anni nel Gruppo Sbandieratori di Sansepolcro dall’avvento del Dott. Piero Gennaioli - Scrittore di poesie - Due pubblicazioni nel 2013(Lo Sbandieratore di Emozioni) e 2015 (All’ombra della Torre) con lo pseudonimo di Uguccione de’ Fiaschi – Collabora alla mostra fotografica di Francesca & Angelo Petruzzi, ManiAnime del Borgo 2016 – Attenzione rivolta al territorio, al Borgo ed al suo patrimonio artistico; diretto e chiaro nell’esposizione del pensiero critico, ma costruttivo. Fotografo amatoriale per hobby-Calcio e Pallavolo gli sports seguiti in prevalenza. redazione@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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