Opinionisti Giorgio Ciofini

Che fin’ha fatto ‘l Marconi?

E' stato rapito dalla ndrangheta: per ridaccelo, ha proposto uno scambio a’la pari col Macrì?

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Da quando l’ha fatto smettere ‘l su’ omonimo ch’eron du’Beppe ‘n uno, è artornato signorino e’ è sparito di circolazione come ‘n auto d’epoca. Ora il Marconi unn’va più manc’al giro con quel ragioniere del Benigni a contare le buche nelle strade e ne’le piazze del sito. Praticamente esce dal su’studio solo per andar’al bagno a far que’le pipì con cui pareggiò il bilancio del Comune, quando con l’altro Beppe eron du’ anime gemelle. La gente de’Rezzo, che gli s’è affezionata da quando risanava i conti com’Enrico Bondi nel Convento di frate Ciccio, è dimolto preoccupata. Tanto più, ch’a causa della crisi che potrebbe arportare in città la peste bubbonica, hanno sospeso anch’il Carnevale dell’Orciolaia ch’era ‘n figliolo del Marconi. Ora, per tornare a’vere ‘n rilievo pubblico e a far du’vasche per il Corso, gli toccherà inventare n’altra volta l’aradio. La su’moglie volev’andare a Chi l’ha Visto, ma lo cerca ‘n casa che nasconde ma non rubba. In città, oramai, unn’se parlerebbe d’altro se non ce foss’Icastica. A proposito. L’altra sera quando erono spariti quel’omarini bianchi tutt’incerottati che stavon a bighellonare ne’le scale di San Francesco, mica l’avevon presi i vandali com’hanno scritto? No, l’aveva presi la Croce Bianca per portalli di corsa al San Donato, ‘n do’ l’han fatto anche ‘n par de’ lastre al cervello. Ma perché, dico io, non le fanno a chi l’ha messi al giro per ‘Rezzo? Pare, tuttavia, che sia stata una manovra diversiva per rapire ‘l Beppe Marconi. L’altro ieri in Comune sono arivati anch’i cani lupo, gli han fatt’anusare la seggela dell’ex vice sindaco ‘mpregnata del su’fondo schiena. I cani lupo han dato ‘na fiutatina e son partiti così a razzo che si sono persi anche loro! Il su’Beppe, prima di convolare al Ciesseemme, ha riempito a’Rezzo di quei cartelli del Far West ‘n do’ c’era scritto Wanted co’la foto e la taglia, extralarge, del Marconi. Ma il mistero della sua scomparsa continua più fitto di prima. C’è chi dice che si sia chiuso a chiave nel su’studio e non si vol far vedere al giro perché tra, ‘l Comune e il Benigni, s’è sovr’esposto e anch’in foto viene così sfocato che quasi unn’s’arconosce. Altri sostengono, invece, che sta preparando ‘na nova trasmissione sul boulevard del Beppe e su quelle piantine che paion fatte a’posta pei ladri, per aiutalli a entrare da’le finestre. Ma c’è anche chi è convinto che ‘l Marconi è stato rapito dalla ndrangheta la quale, per ridaccelo, ha proposto uno scambio a’la pari col Macrì, chi giura che si prepara a fare ‘l sindaco e chi spergiura ch’è andato ‘n pensione dopo una vita di lavor’a cottimo. Tra tutte ‘st’ipotesi dimolto pellegrine, per sapere chi ha ragione bisogna trovallo e, oramai, è più facile beccare ‘l Beppe Fanfani a palazzo Cavallo. Propio ieri, però, m’è arivata ‘na soffiata secondo la quale il Marconi sarebb’a casa de’la Lalla a Culcitrone, col Rouge e la su’cumbriccola di sonatori, davanti a‘na botte di rosso generoso com’il su’amico, che sona e canta che ti passa da’la mattina fin’a notte fonda. Lo sapete che anche le stelle, a sintire quel concerto, si sono messe a ballare ‘l rock!        

Giorgio Ciofini
© Riproduzione riservata
15/06/2018 15:39:31

Giorgio Ciofini

Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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