Opinionisti Francesco Del Teglia
Dopo 24 anni di onorata presenza in serie D, il Sansepolcro è retrocesso
“Fare calcio non è obbligatorio. Ma se si fa è indispensabile capirne”
Niente nozze d’argento con la categoria. Dopo 24 anni di onorata presenza in serie D, il Sansepolcro è retrocesso. Un verdetto amaro e doloroso, giunto al termine di una stagione iniziata male e conclusa peggio. Frutto di tante cause, a cominciare da quella sfortuna che accompagna sempre i traguardi negativi. Su tutte i pesanti infortuni subiti prima dai giovani Massai e Bianchini in estate durante un’insulsa amichevole, e poi da bomber Parodi, l’unico giocatore di vero spessore acquistato. Ma frutto soprattutto di una catena interminabile di decisioni, tecniche e logistiche, che non hanno pagato. Dal continuo andirivieni di giocatori dimostratisi per larghissima parte poca roba sia dal punto di vista tecnico che temperamentale, alle scelte degli allenatori succedutisi sulla panchina bianconera, con lo Schenardi 1, l’infausta parentesi Tardioli, e lo Schenardi 2, che non hanno mai saputo infondere coraggio e qualità ad una rosa che evidentemente queste doti non le aveva nel dna. In più la sciagurata e bizzarra volontà di privarsi del Buitoni a campionato in corso, sei mesi senza lo stadio di casa che hanno pesato tantissimo. Non a caso, appena tornati sul rettangolo amico, i giocatori del Borgo hanno ritrovato il gusto della vittoria. Inutile a quel punto e giunta troppo tardi per invertire la tendenza. Sansepolcro che retrocede in Eccellenza – umbra – che perde la possibilità di assicurarsi il premio in denaro come società capace di lanciare e valorizzare i giovani, dove il sodalizio biturgense era ampiamente in testa nell’apposita graduatoria di categoria. E soprattutto un grosso punto interrogativo sul futuro. Perché non si sa quali saranno le intenzioni del presidente Marco Piccini, al quale questo primo spezzone del 2018 ha portato in dote dolori familiari e amarezze sportive. Se si ricomincerà e si avrà voglia di far tornare la gloriosa bandiera bianconera dove merita di stare, il consiglio è di fare un po’ pulizia e ripartire da gente adeguata. E ci permettiamo di fare dei nomi. Quello di Fabrizio Innocenti, uno che ha dato tanto allo sport biturgense sia nella pallavolo che nel calcio, uno che c’era quando, dopo la sparizione della vecchia US Sansepolcro, ripartì da zero con l’allora GS Borgo portando il sodalizio a periodi di ricche soddisfazioni, e che c’è ancora oggi. Quello di Maurizio Falcinelli, tecnico umile e preparato, artefice dei trionfi della Juniores del passato e del presente, allenatore che ne capisce molto più di parecchi pescati qua e là con miseri risultati. E, sul campo, quello di Fabio Catacchini, capitano che questi colori ha dimostrato anche in una stagione nefasta di saperli sempre onorare. Gente appassionata e pure competente, ognuno nel suo ruolo definito. Perché, come diceva un noto dirigente di serie A, “Fare calcio non è obbligatorio. Ma se si fa è indispensabile capirne”.
Francesco Del Teglia
Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.
Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.
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