Opinionisti Giorgio Ciofini

Birigo: un grande personaggio di Arezzo

Era alto com’un figlio della lupa, ma era soprattutto ‘n figlio di bona donna

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L’altra sera ho ritrovato piazza Sant’Jacopo com’era ‘n uno scatto d’epoca e mi sono tornate in mente cose rimaste incastrate cinquant’anni nel ripostiglio della memoria che, senza quella foto, non avrebbero arvisto la luce del sole. La chiesina di Sant’Jacopo accanto a l’edicola di Piero, ch’era la metà di quella d’oggi, m’ha fatto da apripista e m’ha riportato indietro sul tappeto volante della nostalgia. Allora ho preso ‘n cartoccio di semi da’la Riccela com’a’ bei tempi e ho rifatto ‘l primo tratto del Corso, tra quelle casine colorate a matita e basse quanto quelle delle fate e, alla fine, s’ho sbarcato nella vecchia piazza. Col salato dei semi ‘n bocca ho preso via del Cacciatore, ‘n do’ m’è parso anche di risentire i profumi e le voci d’una volta e mi so’ fermato ‘n paio di minuti boni davanti al bar del Commercio, a bocc’aperta com’avessi le traveggole. Piazza Sant’Jacopo era propio bella! Preso da’la visione s’ho rientrato dentr’al bar a giocare la schedina del totocalcio, da Birigo. Era alto com’un figlio della lupa, ma era soprattutto ‘n figlio di bona donna. Praticamente unn’aveva le gambe. Caminava coi piedi apiccicati al busto com’un pinguino ‘n via Romana, ch’era ‘l su’orizzonte ‘n po’ come la piazza San Jacopo d’allora rispetto a quella d’oggigiorno, con quei palazzoni senza ne capo ne coda al posto de’le casine d’una volta. Il Duce gli dette il modo di rifarsi co’la natura matrigna e Birigo pigliava a schiaffi anche gente ch’era ‘l triplo di lui com’il Leopoldo Livi, ‘l socero de’l’edicolante di Dio, reo d’aver saltato n’adunata. Quella volta alla Gille, ‘n do’ stava la Gioventù Italiana del Littorio, lo fecion salire su’n tavolino per arivacce. Al sor Leopoldo quello schiaffo brucia ancora, anche se unn’è più tra noi da parecchio tempo. Ero li che giocavo la schedina, quando tutt’an’tratto un bercio che non so de ‘n do’ veniva, m’ha dato ‘n soprassalto. Era ‘l Lamberto Piccoletti, la voce delle prime radiocronache amaranto che le partite le vedeva e le raccontava come gli pareva. Quando l’Arezzo giocava ‘n trasferta il bar era pieno come ‘n ovo. Una volta ch’al Romeo Neri di Rimini c’era ‘n nebbione che da’la tribuna unn’se vedeva manco la linea laterale finì 0-0 ma, grazie alla radiocronaca del Bighina, s’era tutti convinti d’aver vinto 4-0! Birigo non si schiodò dal su’sgabello e mi passò la schedina bollata.  Quando quelli del Cnl lo presero a Milano lo misero ‘n una gabbia di que’le pe’l’ucelli imitando l’aretini, che l’avevano ‘nfilato ‘n una stia per i polli e sfilò tra li schiaffeggiati che pareva ’n galletto mungellese. C’era più gente pe’la via di quando passa ‘l Saracino, ma era più ‘nferocita. Poi Birigo è sceso dal su’trampelo e ha ordinato le palle a Oscare. Così s’ho rientrato anch’io nella sala del biliardo del bar del Commercio e l’ho arvisto agrappolasse su’le sponde e tirare le boccette col pizzico, come quando da citti si giocava a bollini. Dicono che fosse ricercatissimo dalle donne. Chi gliel’ha visto giura che, ‘n confronto, lo stesso Priapo era ‘n dilettante e’ è ancora scioccato di brutto. Uno così, oggigiorno, si dovrebbe chiamare portatore d’handicap per il rispetto dovuto a’ogni essere umano, ma per me Birigo rimane sempre ‘n nano, come que’le casine che c’erano una volta in piazza Sant’Jacopo che, in qualche modo, n’addolciscono il ricordo. 

Redazione
© Riproduzione riservata
24/04/2018 15:31:25

Giorgio Ciofini

Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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